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CUORE e, specialmente in poesia, altresì CORE.
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CUORE e, specialmente in poesia, altresì CORE.
Definiz: Sost. masc. Organo centrale della circolazione del sangue, di natura muscolare, cavo, e che a guisa di una tromba premente pone in moto e in giro esso sangue.
Dal lat. cor. –
Esempio: Dant. Purg. 25: Sangue perfetto.... Prende nel cuore a tutte membra umane Virtute informativa.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 199: Il Rossiglione, smontato, con un coltello il petto del Guardastagno aprì, e colle proprie mani il cuor gli trasse.
Esempio: Span. Tes. Pov. volg. 36: Lo cuore di cornacchie maschie, portato ec.
Esempio: Med. L. Op. 4, 70: Secondo i Fisici, nel core nascono tutte le perturbazioni d'allegrezza, di dolore, d'ira, di speranza, di timore, e qualunque altra passione: le quali tutte cose nate nel core, per una certa colleganza e conformità che è tra il core e il cervello, subito al cervello sono comunicate.
Esempio: Ar. Orl. fur. 12, 75: Ne lo scontro il principe d'Anglante Lo fe' cader, per mezzo il cor passato.
Esempio: Cellin. Vit. 255: Io mi stetti con grandissimo disagio, battendomi il cuore continuamente.
Esempio: Red. Osserv. Vip. 59: Si trova quel congelamento di sangue ne' ventricoli del cuore.
Esempio: Cocch. Disc. 1, 108: Ippocrate,... tutti quei mali di strettezza di cuore, battimento, mancanza, convulsione e morte, gli predice nel mal regolato uso del bagno caldo.
Esempio: Cocch. R. Lez. anat. 111: Il cuore umano è nel mezzo del petto fra i due polmoni, e sopra il muscolo diaframma, che divide dal ventre quella cavità superiore, connesso cogli ultimi tronchi delle arterie e delle vene, e rinchiuso in un sacco membranoso, che fu perciò chiamato pericardio dai Greci.
Esempio: Bicchier. Bagn. Montecat. 221: Restò affetto da palpitazione di cuore, non disgiunta dagli altri indizj meno equivoci di vizio precordiale.
Definiz: § I. E Cuore destro, o Cuore sinistro, chiamasi L'orecchietta ed il ventricolo destri, o l'orecchietta e il ventricolo sinistri, del cuore. –
Esempio: Cocch. Disc. 1, 107: Rarefacendosi pel calor del sole il sangue, e per l'esercizio premendosi da' muscoli le vene, una troppo gran quantità di esso s'aduna ad un tratto al destro cuore, sulla quale non avendo egli forza sufficiente per farlo passare velocemente nel polmone, e per esso nel sinistro cuore, in quella contranitenza segue il fermarsi del sangue là intorno.
Definiz: § II. Cuore, nel linguaggio più che altro poetico, considerasi talvolta come il Principio e l'origine della vitalità e dell'energia, della virtù sensitiva, o simili, dell'uomo: e talvolta è preso addirittura per Vita. –
Esempio: Dant. Inf. 2: Tanto buono ardire al cor mi corse, Ch'io cominciai, come persona franca: O pietosa colei ec.
Esempio: Poliz. Rim. C. 285: Se poi vi veggio in atto disdegnosa, Par che il cor si disfaccia:... Così s'addiaccia ed arde a tutte l'ore.
Esempio: Ar. Orl. fur. 24, 71: Quel tuttavia più va perdendo il sangue; Manca la forza, e ancor par che nol senta. Il vigoroso cor, che nulla langue, Val sì che 'l debol corpo ne sostenta.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 30, 53: L'aspra percossa agghiacciò il cor nel petto, Per dubbio di Ruggiero, ai circostanti.
Esempio: Bern. Orl. 27, 48: La donna mossa da quel caldo, Ch'agghiaccia l'intelletto ed arde il core, ec.
Esempio: Tass. Gerus. 3, 52: Ei, crollando il gran capo, alza la faccia Piena di sì terribile ardimento, Che sin dentro alle mura i cori agghiaccia A i difensor d'insolito spavento.
Esempio: Pindem. Odiss. 1, 208: Ma quanti su la terra or v'ha mortali, Cui la forza del pane il cor sostenta, Io di gran lunga superar mi vanto.
Definiz: § III. E altresì nel senso di Principio vitale o animatore, Cuore, con un pronome possessivo, dicesi a Persona teneramente amata, per esprimere svisceratezza di affetto. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 57: A quel loco, che chiudea il mio core, Dissi, partendo, le parole estreme.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 24, 78: Così, cor mio, vogliate (le diceva), Dopo ch'io sarò morto, amarmi ancora.
Esempio: Crudel. Rim. 36: Allor sorrise un poco, E mi disse: nel fuoco Vo' condurti, o mio core, Ma nel foco d'amore.
Definiz: § IV. Dall'effetto che le impressioni morali, e certi vivi sentimenti dell'animo, producono sul cuore principalmente per influsso nervoso, onde gli antichi credevano che ivi appunto nascessero gli affetti, le passioni, e simili, Cuore usasi in locuzioni figurate per Principio e quasi sede delle facoltà affettive dell'anima. –
Esempio: Dant. Inf. 33: Tu vuoi ch'io rinuovelli Disperato dolor che il cor mi preme, Già pur pensando, pria ch'io ne favelli.
Esempio: E Dant. Purg. 8: Era già l'ora, che volge il disio Ai naviganti e intenerisce il core, Lo dì ch'han detto a' dolci amici addio.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 270: Le portò cinquecento be' fiorin d'oro, li quali ella ridendo col cuore e piagnendo con gli occhi prese.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 20: Insolita pietade in mezzo al petto Si sentì entrar per disusate porte, Che le fe' il duro cor tenero e molle.
Esempio: Grazz. Pros. 51: Aveva.... colla sua novella.... a loro (alle donne) e ai giovani addolcito il cuore e racconsolato l'animo.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 9: Ma Teseo, che di lunghi tempi innanzi s'aveva sentito pungere e infiammare il cuore dalla gloria della virtù d'Ercole, ec.
Esempio: Vai Rim. 23: Se lo vedi (il gelsomino) ad altro in mano Sopra un gambo di finocchio, Ti rallegri il cuore e l'occhio Più d'un miglio da lontano.
Esempio: Pindem. Poes. 427: E negli umani cori Cerchi una gioia invan, che non sia trista.
Definiz: § V. E per similit., riferito ad animali. –
Esempio: Pindem. Poes. 100: E sino al tigre cadde Dalla faccia il terror, l'ira dal core.
Definiz: § VI. Riferito, secondo maniera scritturale, a Dio, denota Amore, Compiacimento, Volontà, e simili. –
Esempio: Dav. Oraz. 465: Scelse [Iddio] forse quest'uomo, piaciuto al suo cuore, ed a sì gran fortuna l'alzò per mirabili modi.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 335: Non vorrei che vi deste a credere, dilettissimi, che l'odiare ad un tempo il peccato ed amare il peccatore, fosse un'impresa da riuscire ad ognuno. Questa è un'impresa degna del cuor di Dio.
Definiz: § VII. Figuratam., per Affetto, e in senso speciale Amore. –
Esempio: Dant. Parad. 9: Ahi, anime ingannate, e fattur'empie, Che da sì fatto ben torcete i cuori, Drizzando in vanità le vostre tempie!
Esempio: S. Cater. Lett. 3, 76: Sapete che per l'abondanza del cuore la lingua favella.
Esempio: Stef. March. Istor. 2, 8: Disse che volea il cuore de' Fiorentini, e non altra signoria.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 49: Il cor che m'avea dato si ritolse, E ad altro nuovo amor tutta si volse.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 9, 23: Io credea e credo.... Ch'amassi ed ami me con cor sincero.
Esempio: Bern. Lett. 116: Crederestemi ciò che vi dico più facilmente, se poteste vedere il cuore che ho verso di voi.
Esempio: Bemb. Rim. 25: Da indi in qua, come in lor proprio nido,... Meco il cor vostro e 'l mio con voi dimora.
Esempio: Bart. D. Vit. Kost. 1, 61: Vivere in perpetua castità, e tutto esser di Dio; non avendo cosa terrena, con cui dividere il cuore e compartire i pensieri.
Esempio: Segner. Pred. 306: Qual altra maniera dunque gli rimarrà (a Dio) di guadagnarsi i cuor nostri, se non bastano i benefizj?
Definiz: § VIII. Prendesi pure per Principio e quasi sede delle facoltà intellettuali, Mente; e altresì, Memoria affettuosa. –
Esempio: Dant. Purg. 2: Noi eravam lunghesso il mare ancora, Come gente che pensa suo cammino, Che va col core, e col corpo dimora.
Esempio: Petr. Rim. 1, 126: Dietr'a quel sommo Ben, che mai non spiace, Levate 'l core a più felice stato.
Esempio: Bocc. Filoc. 750: Gli andavano per lo iniquo cuore pensieri di nuocerle ancora.
Esempio: Mott. Filos. 158: Prima che tu parli, ragiona nel tuo cuore più e più volte quello che tu vuoi dire; e così rade volte fallirai.
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. R. 5: E io a lui: pur mo' a ciò mi sveglio, Com'io v'ho detto, e seguirò nel core La pecchia per assempro e per ispeglio.
Esempio: Sigol. Viagg. Sin. 60: Or pensate che nobile cosa debbe essere oggimai questa a vedere coll'occhio; lingua nol potrebbe dire, nè cuore pensare.
Esempio: Ar. Orl. fur. 4, 32: È tutto in quella rocca; Suoni, canti, vestir, giuochi, vivande, Quanto può cor pensar, può chieder bocca.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 21, 56: E portò nel cor fisso il suo compagno, Che così scioccamente ucciso avea.
Esempio: Pindem. Poes. 305: E quei che piangi, Perchè dì e notte a contemplarli siedi Con lo sguardo del cor, che i marmi passa, Nel buio de' sepolcri, ove non sono?
Esempio: E Pindem. Poes. 345: Non so se in molti orecchi e in molti cori Resterà il nome suo.
Definiz: § IX. E figuratam., per Ciò che altri pensa dentro di sè; Pensiero, Intimo sentimento, Intenzione, e simili. –
Esempio: Tav. Rit. 1, 516: No potendo sua volontà ritenere celata, e conoscendo il cuore degli altri cavalieri, sì si dirizza i' piè, dicendo ec.
Esempio: Dant. Inf. 10: Ed io: buon duca, non tengo nascosto A te mio cor, se non per dicer poco.
Esempio: Tratt. Spirit. 49: Alquanti sono peccati di cuore, alquanti di lingua.
Esempio: Dat. Gor. Stor. 53: I Pisani no feciono gran festa in palese; il cuore loro non si può giudicare.
Esempio: Tass. Gerus. 6, 70: Ella, che 'n essi mira aperto il core, Prende, vedendo ciò, novo argomento.
Esempio: Metast. Dramm. 3, 201: Apri il tuo core a Tito, Confidati all'amico: io ti prometto Che Augusto nol saprà.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 2, 311: La difficoltà che si trova nelle compagnie del manifestar il suo cuore.
Definiz: § X. Prendesi pure per Animo. –
Esempio: Dant. Inf. 2: Tu m'hai con desiderio il cor disposto Sì al venir, con le parole tue, Ch'io son tornato nel primo proposto.
Esempio: E Dant. Inf. 6: Superbia, invidia ed avarizia sono Le tre faville, che hanno i cuori accesi.
Esempio: E Dant. Parad. 26: Tutti quei morsi, Che posson far lo cuor volgere a Dio, Alla mia caritate son concorsi.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 185: Sanza gran copia di lagrime e afrizione di cuore non posso dirti ec.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 6: Sì come a te conviensi, o Capitano, Questa lenta virtù che lunge vede; Così il vigor del core e della mano, Quasi debito a noi, da noi si chiede.
Esempio: E Tass. Gerus. 12, 8: Ho core anch'io, che morte sprezza, e crede Che ben si cambi con l'onor la vita.
Esempio: E Tass. Lett. 3, 10: Se la mia lontananza doveva cagionare tanto disiderio in Vostra Signoria, e tanta passion di cuore, era meglio ec.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 374: Pericle,... benchè non fusse forse del tutto irriprensibile, pur ebbe cuor generoso.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 246: Nell'istoria dell'Epulone, condannato all'inferno per la sua crudezza di cuore.
Esempio: E Segner. Crist. instr. 1, 458: Aggiunse termini di tanta carità e cortesia, che i soldati ne rimasero al tutto presi, non essendosi in tempo di vita loro trovati mai ad esperimentare in verun uomo del mondo così buon cuore.
Esempio: Buonav. Vit. Filic. 52: Incamminarsi con forte cuore per l'arduo e faticoso sentiero della virtù.
Esempio: Pindem. Poes. 359: L'uomo sta più nel cor, che nell'ingegno.
Definiz: § XI. E poeticam., riferito ad animali. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 4, 46: Or di Frontin quell'animoso smonta,... E sopra quel che va per l'aria (cioè l'Ippogrifo) monta, E con li spron gli adizza il core altiero.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 18, 22: Qual per le selve Nomade o Massile Cacciata va la generosa belva, Ch'ancor fuggendo mostra il cor gentile, E minacciosa e lenta si rinselva; Tal ec.
Definiz: § XII. Figuratam., e con qualche aggiunto, dicesi, in modo più che altro poetico, per Persona dotata di tale animo, qual è espresso dall'aggiunto medesimo. –
Esempio: Dant. Inf. 5: Amor, che al cor gentil ratto s'apprende, Prese costui ec.
Esempio: E Dant. Purg. 4: Se orazïone in prima non m'aita, Che surga su di cor che in grazia viva; L'altra che val, che in ciel non è udita?
Esempio: E Dant. Purg. 26: Ma poichè furon di stupore scarche [le ombre], Lo qual negli alti cuor tosto si attuta; Beato te ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 14, 75: E la Bontà ineffabile, ch'in vano Non fu pregata mai da cor fedele,... fa con mano Cenno che venga a sè l'angel Michele.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 17, 15: Un magnanimo cor morte non prezza, Presta o tarda che sia, pur che ben muora.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 23, 75: Sì magnanimo desire Non mi credo albergasse in umil core.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 25: Non speri più di ritrovar perdono Cor pudico, alta mente, o nobil volto.
Definiz: § XIII. In senso particolare, per l'Interno dell'animo. –
Esempio: Dant. Purg. 6: Molti han giustizia in cuor,... Ma il popol tuo l'ha in sommo della bocca.
Esempio: E Dant. Conv. 140: Udite il ragionar ch'è nel mio core, cioè dentro da me, chè ancora non è di fuori apparito. È da sapere che in tutta questa Canzone, secondo l'uno senso e l'altro, il cuore si prende per lo secreto dentro, e non per altra spezial parte dell'anima e del corpo.
Esempio: Bentiv. G. Lett. 37: V. S. illustrissima di già m'avrà letta nel cuore l'allegrezza, che nacque in me subito alla nuova ec.
Esempio: Pindem. Poes. 302: Bello o no, dal cor mio viene il mio verso.
Definiz: § XIV. Per Stato o Condizione, e altresì Disposizione, dell'animo: e poeticam. anche Animo, rispetto a una data condizione o disposizione. –
Esempio: Dant. Purg. 28: S'i' vo' credere a' sembianti, Che soglion esser testimon del cuore, Vegnati voglia ec.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 369: Niuna cosa è più beata che 'l puro cuore.
Esempio: Bocc. Filoc. 224: Ma lo Re, che con altro cuore aveva Biancofiore da Florio ricevuta, che 'l viso non mostrava, la menò alla Reina, e disse ec.
Esempio: E Bocc. Fiamm. 130: A queste parole mi si mutò il cuore, non altrimenti che ad Enone sopra gli alti monti d'Ida aspettante, vedendo la greca donna col suo amante venire nella nave troiana.
Esempio: Canig. Ristor. 43: Correzione è virtù dolce e bella, Ed è effetto di verace amore, E di beato cuor vera sorella.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 39: Se gli è amico o nemico non comprende; Tema e speranza il dubbio cor le scuote.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 36, 7: Che cor, Duca di Sora, che consiglio Fu allora il tuo, che trar vedesti l'elmo Fra mille spade al generoso figlio?
Definiz: § XV. E poeticam., riferito ad animali. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 7: Come orsa che l'alpestre cacciatore Nella pietrosa tana assalita abbia, Sta sopra i figli con incerto core, E freme in suono di pietà e di rabbia.
Definiz: § XVI. Cuore, talora si usa ad accennare qualità morale di una persona, come Altezza o Fortezza d'animo, e più comunemente Animo affettuoso, compassionevole, benefico, Generosità, e simili; ne' quali ultimi sensi usasi, più che altro, nelle locuzioni Persona di cuore, o senza cuore, Avere cuore o Non avere cuore, Conoscere il cuore di alcuno, e simili. E Persona di buon cuore, vale Persona di gran carità, di somma bontà, o simili. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. R.: Son effetti veramente d'uomini di buon cuore, e amatori del prossimo.
Esempio: Dant. Parad. 6: E se il mondo sapesse il cuor ch'egli ebbe, Mendicando sua vita a frusto a frusto, Assai lo loda, e più lo loderebbe.
Definiz: § XVII. E per Coraggio, Ardimento. –
Esempio: Dant. Inf. 18: Quelli è Giason, che per cuore e per senno Li Colchi del monton privati fene.
Esempio: Bern. Orl. 20, 33: Ma più ardire ha Orlando e più core, Perchè la forza non si vende a braccia.
Esempio: E Bern. Rim. burl. 1, 85: Non ebbe tanto cuore Ercole mai, Nè que' che vanno in piazza a dare al toro.
Esempio: Cas. Pros. 2, 43: Se sono [le città] abbondanti di uomini di guerra marittima e terrestre, e se sono dotate di cuore e di consiglio.
Esempio: Cellin. Vit. 427: Vedendomi con così smisurato male e tanto sbigottito, con tutto il suo bravo cuore lei non si poteva tenere, che qualche quantità di lacrime non gli cadessi dagli occhi.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 586: E' m'è entrato addosso Un animo, una forza, un cuor, che io Farei quistion con chi trovò la guerra.
Esempio: Dav. Tac. 2, 133: Domiziano avea cuore, ma Vitellio gli crebbe guardie.
Definiz: § XVIII. Cuore, dal posto che occupa nel torace, prendesi figuratam., per Mezzo, Centro, Parte più interna, riferito a luogo, paese e simili. –
Esempio: Vill. G. 653: Perochè questa fia terra nuova, e nel cuore dell'Alpe, e nella forza delli Ubaldini.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 2, 43: L'Arno corre quasi per mezzo del cuore di Toscana.
Esempio: Ar. Orl. fur. 14, 104: Siede Parigi in una gran pianura, Nell'ombilico a Francia, anzi nel core.
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 50 t.: Penetrati nel cuore dell'isola, sì fattamente la conquassarono co 'l ferro,... che ec.
Esempio: Dav. Tac. 1, 64: Per le bocche e letti delle riviere metterò nel cuore della Germania i cavalli e gli uomini riposati.
Esempio: Bart. D. Cin. 2, 131: Avean buon punto alle mani, per farsi a centinaia di miglia più nel cuore alla Cina.
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 179: Queste [bombarde tolte dagli assediati agli assediatori] si conducono per mezzo le strade nel cuore della piazza, ed ogn'uno corre a mirarle.
Esempio: Pap. L. Coment. 5, 174: Egli era nel cuore di un paese nemico.
Definiz: § XIX. E nel medesimo senso, riferiscesi talora anche a corpi. –
Esempio: Dant. Parad. 12: Del cuor dell'una delle luci nuove Si mosse voce, ec.
Esempio: Domen. Plin. 1172: Essa è pietra (la sarda) plebea,... ma eccellentissima presso a Babilonia; si truova nel cuore del sasso, aprendosi certe cave.
Definiz: § XX. Pur figuratam., riferiscesi anche all'inverno e all'estate, e denota Quel tempo nel quale o il freddo o il caldo è più intenso; il che suol essere circa alla metà del lor corso. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 76: E ciò fa elli nel cuore del verno, quando le orribili tempestadi sogliono essere ne lo mare.
Esempio: Vill. G. 558: Albergando per necessità i più della sua gente a campo nel cuore del verno.
Esempio: Varch. Stor. 1, 354: Ancorachè fusse nel cuor del verno.
Esempio: Grazz. Pros. 54: Trovato l'uscio socchiuso,... e così la finestra della camera, sendo allora nel cuore della state ec.
Esempio: Magal. Relaz. 20: Intorno alla ragione perchè questa così grande escrescenza e questo allagamento abbia a seguire nel cuor della state, molte cose sono state credute dagli antichi.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 93: È cosa che fa pianger,... Dell'inverno nel cuor metterci fuore.
Definiz: § XXI. E per estensione trovasi riferito a Pestilenza, per Colmo, Massimo vigore, di essa. –
Esempio: Morell. Cron. 280: Nel cuore della moria apparivano a' più per le carni certi rossori e lividori, e sputavano sangue.
Definiz: § XXII. Cuore, per similit., chiamasi Qualsivoglia lavoro od oggetto fatto in forma di cuore. –
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 10, 48: D'un bel gemmato cor gli ornar la fronte, Da bei legami d'or sospeso e stretto.
Definiz: § XXIII. Cuori, è nome di Uno dei quattro semi delle carte da giuoco dette alla francese; così chiamato, per esservi raffigurati de' cuori. –
Esempio: Speron. Op. 5, 441: Queste (le carte) appresso tutte le nazioni si dividono in quattro schiere, o siano appresso alli Italiani, spade, bastoni, coppe, e dinari; ovvero appresso Francesi, cori, picche, quadri, fiori.
Esempio: Lipp. Malm. 9, 34: Vedendo i terrazzan, che stanno in fiori, Che il nimico dà spade, e giuoca, ardito, Per non far monte in su' matton, da' cuori Ritiransi, e non tengon più l'invito (qui scherzevolmente, in equivoco).
Esempio: Ner. I. Pres. Samm. 5, 15: Per insegna facea l'asso di cuori.
Esempio: Pindem. Poes. 326: Tra la gente leggiadra, e negli ostelli Usa degl'inviati, e o tace, o fiori Rispondo a cuori (qui in locuz. figur.).
Definiz: § XXIV. Cuore! usato a maniera esclamativa, vale quanto Animo! Coraggio! ma non è comune. –
Esempio: Segner. Pred. 465: Ma mentre questa è la via comune di tutti, cuore, cuore, uditori; che non dobbiamo rammaricarci di batterla ancora noi.
Definiz: § XXV. Cuore del corpo, si usò per Anima, Animo, o Interno dell'animo. –
Esempio: Ros. Vit. 29: Se tu vuoi fuggire i vizj che ti consumano il cuore del corpo, non ti conviene essere altrove, ma ti conviene essere altri; cioè, che ti conviene mutar l'animo e non el luogo.
Esempio: E Ros. Vit. 58: Amico, viene a dire animi custos;... sicchè l'uno amico dell'altro debbe sapere el cuore del corpo.
Definiz: § XXVI. E Cuore del corpo mio, si disse a Persona grandemente amata; che oggi diremmo Cuor mio, Anima mia, o simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 324: Deh! cuore del corpo mio,... non riconosci tu Ricciardo tuo?
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 129: L'amante rispose: cuore del corpo mio, sì.
Definiz: § XXVII. Cuor di Cesare. –
V. Cesare, § IV.
Definiz: § XXVIII. Cuore di ferro, di sasso, di macigno, e simili, vale Animo duro, crudo, spietato; e Cuore gelato, vale Animo che non sente affetti. E figuratam., dicesi per Persona che abbia cosiffatto animo. –
Esempio: Bocc. Filoc. 1, 297: O cuore di ferro che fu quello di costei! Quale altra creatura.... avrebbe potuto così scellerata cosa ordinare?
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 14: La predicazione fu già ne' primi tempi una calamita che tirava anche i cuori di ferro (qui in locuz. figur.).
Esempio: E Segner. Crist. instr. 1, 69: Come da un cuore gelato si può sperare una corrispondenza sì risoluta, sì reale, e sì presta?
Definiz: § XXIX. Cuore di leone, vale Animo forte, intrepido; e pel contrario, Cuor di scricciolo, o di coniglio, vale Animo vile: e figuratam., dicesi respettivamente di Persona che sia o molto coraggiosa, o codarda. –
Esempio: Belc. F. Pros. 1, 72: Ognuno debbe aver cuor di leone a sostenere ogni cosa per amor di Cristo.
Esempio: Not. Malm. 2, 761: Cuor di leone, per Uomo valoroso, forte, coraggioso.
Esempio: E Not. Malm. 2, 807: Faccie di lioni, e cuor di scriccioli. Mostrano d'esser bravi ed animosi, e son codardi.
Esempio: Salvin. Odiss. 89: Che prima il prode sposo ne perdei, Che tien cuor di lione.
Definiz: § XXX. Cuore del Leone, o di Leone, dicesi una Stella di prima grandezza, nella costellazione del Leone. –
Esempio: Galil. Op. astronom. 3, 8: Se... ci apparisse [la Luna] al Cuor di leone, tornando domani da sera, a riguardarla, la vederemo essersi dalla detta stella allontanata.
Esempio: Marchett. Nat. Comet. Pref. 6: Fu questa [Cometa] osservata la prima volta, per quanto mi riferirono alcuni amici, assai vicina al Cuor del leone.
Definiz: § XXXI. Susina del cuore; Specie di grossa susina, che nella parte inferiore essendo alquanto appuntata, ha una certa rassomiglianza col cuore, ond'è stata così chiamata. È di due qualità; l'una di buccia rossa, ed è la più comune, l'altra di buccia giallognola. –
Esempio: Panciat. Scritt. var. 104: Le susine in genere, in lingua ionadattica si chiaman sustanze: le susine pernicone, sustanze perfette:... le susine del cuore, del corruttibile ec.
Esempio: Lastr. Agric. 5, 215: Nota delle Susine rammentate dal Can. Lorenzo Panciatichi in una sua Contraccicalata. Pernicone, Imperiali, o dell'Imperatore, Semiane,... del Cuore, del Vecchietto ec.
Definiz: § XXXII. A cuore, vale In forma o A foggia di cuore. –
Esempio: Michel. Viagg. 342: Carciofi che noi comunemente chiamiamo mazze ferrate, ma colle squamme spuntate e scavate a cuore.
Definiz: § XXXIII. A buon cuore, posto avverbialm., si usò per Cordialmente, Con grande affetto; ed altresì per Con sodisfazione dell'animo, Di buona voglia, Volentieri. E pel contrario, A mal cuore, si usò per Con mal animo, Con rea intenzione; ed altresì per Di mala voglia, A malincuore. –
Esempio: Rim. Ant. F. Iac. Lent. 1, 257: Non so se vi savete Com'eo v'amo a bon core.
Esempio: Fr. Giord. Pred. Genes. 190: Non solamente uno furto; ma uno spergiuro ed una bugia la potrà dire a sì mal cuore, e con tanto mal volere, che sarà peggio d'uno che abbia fatto uno umicidio.
Esempio: S. Gir. Grad. 28: In due maniere sono perdute l'orazioni dell'uomo: s'egli non le fa a buon cuore; o s'egli le fa, e non perdona a colui che male fa.
Esempio: E S. Gir. Grad. var.: In due maniere sono perdute l'orazioni dell'uomo: S'egli le fa a mal cuore; o s'egli le fa, e non perdona a colui che male fa.
Esempio: Mont. Iliad. 1, 429: Del mar lunghesso l'infecondo lido Givan quelli a mal cuore.
Definiz: § XXXIV. Col cuore, pure avverbialm., vale Con sincerità e affetto; e Col cuore in mano, o sulle labbra, vale Con ingenuità e schiettezza. –
Esempio: Varch. Sen. Benef. 41: Queste cose s'hanno a dire liberamente e col cuore, non come fanno certi, quando fingono di rifiutare quello che più vogliono.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 102: Io voglio venire col cuore in mano e dirle liberamente che ec.
Esempio: Fag. Comm. 3, 308: E io non so far cerimonie; alla buona, all'antica, col cuore in mano.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 1, 23: Va ognuno col cuore in mano, senza timore d'essere ingannato, e non inganna mai altrui.
Definiz: § XXXV. Con buon cuore, pure avverbialm., si usò per Con buona disposizione dell'animo, Con animo pronto e volenteroso, Di buona voglia, o simili. –
Esempio: Plut. Vit.: E perch'egli non la facea con buon cuore, ec.
Esempio: Belc. F. Pros. 1, 9: Giovanni s'inginocchiò in terra in presenza della donna sua, e con buon cuore disse: Signor mio Gesù Cristo, sì come la mia donna è contenta d'osservare castità, così prometto a te osservarla tutto il tempo della vita mia.
Definiz: § XXXVI. Con due cuori, usato sia avverbialm., sia a modo di aggiunto, vale Con l'animo incerto fra speranza e timore; ma è maniera oggi non comune. –
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 265: Io scrivo questa a V. S., come si dice, con due cuori; l'uno molto desideroso d'impetrar grazia da lei, l'altro dubbio di non esser abile ad ottenerla.
Esempio: E Car. Lett. ined. 2, 58: Il Capitan Hieronimo fu spedito da Parma, con due cori, perchè il Duca dubitava che i Francesi non dicessero da vero de la restituzion di Parma; e in questo caso gli fu detto che andasse schermendo.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 219: Credè opportuno il rimandare gli ambasciadori più tosto perplessi, e dirò con due cuori, per non dar animo al Senato o di raffreddarsi nel desiderio della pace, ec.
Definiz: § XXXVII. Contr'a cuore, e anche Contra cuore, vale Contro il proprio desiderio, Contro voglia, A malincuore. –
Esempio: S. Bern. Medit. Pass. 55: Oh come fue loro contra cuore! oh come inconsolati e conturbati!
Esempio: Salvin. Eneid. 6, 517: Contra cuor dal tuo lido io mi partii, Regina.
Esempio: E Salvin. Disc. 2, 284: Ovidio.... lo dice a male in corpo e contr'a cuore.
Definiz: § XXXVIII. Con tutto il cuore, posto avverbialm., vale Con vivo e sincero affetto, o Con grande istanza, ed altresì Di bonissima voglia. –
Esempio: Dant. Parad. 14: Con tutto il cuore, e con quella favella, Ch'è una in tutti, a Dio feci olocausto, Qual conveniasi alla grazia novella.
Esempio: Belc. F. Pros. 1, 80: Amate me sopra tutte le cose con tutto il cuore, con tutte le forze, e con tutte le potenze dell'anima e del corpo.
Esempio: Ar. Comm. 2, 415: Così con tutto il cor vi prego e supplico, Che me la concediate.
Esempio: Cas. Pros. 2, 13: Alla quale io bacio la mano con tutto il cuore.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 87: Non ho voluto mancare di scrivervi la presente per raccomandarmi a vostre orazione: il che fo con tutto il cuore.
Esempio: Borgh. V. Lett. IV, 4, 45: Del che la ringrazio con tutto il cuore.
Definiz: § XXXIX. Da cuore, posto avverbialm., si usò per lo stesso che Di cuore, cioè Cordialmente, e anche Da senno. –
Esempio: Machiav. Comm. 321: Guarda se par che la dica da cuore.
Esempio: Bern. Orl. 41, 50: Benchè non credo che dica da core, Sapendo ben, nè potendo negallo, Ch'io lo tratto da schiavo e da vassallo.
Esempio: Guicc. Op. ined. 3, 199: I Viniziani da cuore desideravano lo accordo.
Esempio: Gell. Vit. Alfons. volg. 181: Si posaron di subito l'ire e cancellaronsi le nimicizie, riconciliandosi fra lor da cuore.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 36: Chi dà tardamente, e t'aiuta dopo averti aggirato un pezzo, nollo fa da cuore.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 414: Darete gran contento e pace a tutta la casa vostra, e Iddio vi adiuterà: però fatelo allegramente, e da cuore.
Definiz: § XL. D'animo e di cuore. –
V. Animo, § XX.
Definiz: § XLI. Di buon cuore, posto avverbialm., vale lo stesso che Di cuore, così nel senso di Cordialmente, Affettuosamente, Sinceramente, come in quello di Caldamente, Con grande istanza, e nell'altro di Volentieri, Di buona voglia, Con pronto o lieto animo. E nel primo di tali significati si disse anche Di fino cuore. –
Esempio: Rim. Ant. P. Dant. Maian. 1, 261: Non mi lassa dir com'io la bramo, E com di buono cor l'amo e disio.
Esempio: Bocc. Teseid. 4, 52: E di buon cuor perdono alla fortuna, Se mai di mal mi fece cosa alcuna.
Esempio: E Bocc. Teseid. 5, 27: Andossene all'ostiere, e di buon cuore, Dimenticato già 'l tempo sinestro, Dormì alquanto.
Esempio: Fior. Virt. 9: Per tre cose si mantiene l'amico: prima, amarlo di buon cuore, ec.
Esempio: E Fior. Virt. 10: Plato dice: innanzi che tu ami l'amico, provalo; e quando l'arai provato, amalo di fino cuore.
Esempio: Bemb. Stor. 32 t.: Volontariamente e di buon cuore vi do il mio suffragio.
Esempio: Franz. M. Lett. IV, 1, 56: Priegovi di buon cuore, che mi raccomandiate a sua Signoria.
Definiz: § XLII. Di cuore, posto avverbialm., vale Cordialmente, Con affetto verace; e anche Sinceramente, Lealmente. –
Esempio: Fr. Guitt. Rim. 2, 237: Prego voi, donne innamorate, E quanti innamorati son di cuore.
Esempio: S. Grisost. Opusc. 21: Chi t'offende, non solamente da' doni, e fa' cortesia, ma eziandio amalo di cuore, e priega per lui.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 1: E quel, che di cor ama, riman forte, Ed ama il suo signor dopo la morte.
Esempio: Bart. D. Giapp. 4, 567: Bungodono,... maladetta la perfidia de' Cristiani, disse, peggior misfatto essere in costui il non aver sottoscritto di cuore, che se dipoi se ne fosse pentito.
Esempio: Salvin. Odiss. 221: Io lui veggendo, Lagrimai, e di cuore compatii.
Definiz: § XLIII. E anche vale Con grande istanza, Caldamente. –
Esempio: Cas. Pros. 2, 13: Pregando di cuore il Signore Dio, che felice la conservi.
Definiz: § XLIV. Vale pure Con animo appassionato, Con passione, Fortemente, e simili: ed anche si usò per Audacemente, Arditamente. –
Esempio: Cavalc. Att. Apost. 57: Ma non gli vollono ubbidire li vostri padri, anzi lo riprovarono, e di cuore si rivolsero contro a lui.
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 7: Spesso di cor profondo ella sospira.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 24, 53: Ecco lor sopra viene una donzella Dolente in vista, e di cor spesso geme.
Esempio: Capor. Rim. 521: Maledico di cor mattina e sera Prometeo, che dal ciel con modo impuro A noi portollo (il fuoco).
Definiz: § XLV. Vale anche Con sodisfazione dell'animo, Con gran piacere, e simili. –
Esempio: Grazz. Pros. 104: Questa novella di Florido gli aveva fatti ridere di cuore e daddovero.
Esempio: Salvin. Odiss. 288: Così disse; e quegli Di cuor le carni si mangiava, e 'l vino Beveva trangugiando, queto queto.
Definiz: § XLVI. Vale altresì Con pronto e lieto animo, Di buona volontà, Volentieri. –
Esempio: Vill. M. 544: Non si trovò nella terra persona, che si levasse di cuore; tanto era odiato e malvoluto.
Esempio: Segner. Sentim. Oraz. 6: Se uno mi facesse al presente mille promesse, ed io sapessi ch'egli, quantunque me le faccia di cuore, contuttociò all'occasioni non le atterrà,... lo sdegnerei ec.
Definiz: § XLVII. Ed anche significa Da senno, Di proposito, Seriamente, Davvero. –
Esempio: Vett. Colt. 2: Non doverrà ancora parer materia umile, il porsi di cuore, non per giuoco e per ciancia, a celebrare l'ulivo, pianta sì nobile.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 2, 104: Non potea credere il Legato ch'egli dicesse di cuore, non volersi involgere in quel travaglio.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 2, 84: Luciano, amenissimo ingegno, e conoscitore delle doti grandi di Omero, no 'l credo che 'l dicesse di cuore, ma per servire al suo grazioso argomento.
Definiz: § XLVIII. Di cuore, usato come aggiunto di persona, vale Animoso, Coraggioso. –
Esempio: Machiav. Princ. 36: Un principe.... che possa comandare, e sia un uomo di cuore, nè si sbigottisca nelle avversità ec.
Esempio: E Machiav. Leg. Comm. 2, 107: Vitellozzo, a chi si è data riputazione, mai posso dire di averlo veduto fare una cosa da uomo di cuore;... solo è buono a guastare i paesi che non hanno difesa.
Definiz: § XLIX. E Di gran cuore, o Di alto cuore, pure in forza di aggiunto, vale Molto animoso o coraggioso, e, in più largo significato, D'indole generosa, Magnanimo. E pel contrario, Di poco cuore, o anche Di povero cuore, vale Di vile o Di basso animo, Pusillanime. –
Esempio: Vill. G. 231: Conoscendo ch'era ardito e di gran cuore.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 82: Accusata la donna, la fece richiedere. La donna, che di gran cuore era, sì come generalmente esser soglion quelle che innamorate son da dovero, ancora che sconsigliata.... ne fosse, del tutto dispose di comparire.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 91: Nella nostra città vengono molto spesso rettori marchigiani, li quali generalmente sono uomini di povero cuore e di vita tanto strema e tanto misera, che ec.
Esempio: E Bocc. Amet. 57 t.: Un giovane di grazioso aspetto, benchè agreste, e satiro di povero cuore ec.
Esempio: Morell. Cron. 248: Fu di gran cuore, e massimamente nelle sue disavventure fu molto franco.
Esempio: Bemb. Asol. 8: Vennero a quelle feste tre gentili uomini della nostra città, giovani e d'alto cuore.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 6: Avvengachè questo re fusse in ogni sua operazione di gran cuore, savio e discreto; nondimeno ec.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 306: Benchè... si mostrasse al Duca di poco cuore, e nimico dell'armi.
Esempio: Bart. D. Giapp. 2, 365: Uomo.... di pochissimo cuore.
Definiz: § L. Di gran cuore, posto avverbialm., vale Molto volentieri, Con tutta la volontà. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 33: Di quanto vaglio, son di gran cor presto.
Definiz: § LI. Di mal cuore, posto avverbialm., vale Di malissima voglia, Con animo mal disposto, avverso, e simili. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 5, 80: Stava Lurcanio di mal cor disposto Contra Ginevra; e l'altro in sua difesa Ben sostenea la favorita impresa.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 31, 2, 59: Tante furono le ragioni e i prieghi, tanti e sì nobili gl'interceditori per la vita di Cesare, che Silla, pur di mal cuore e quasi contra coscienza, rendendosi, loro il donò.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 19: Una mano di maligni invidiosi, che sopportano di mal cuore quest'illustre testimonio dell'eccellenza della vostra virtù.
Definiz: § LII. Di proprio cuore, o Per proprio cuore, vale Di proprio moto, Spontaneamente; ma è maniera non comune. –
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 294: Fu sì fervente nella carità,... che non solamente di suo cuore volle dare aiuto all'anime, ma eziandio a i corpi di coloro che venivano quivi.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 59: Cavalcai a Orvieto.... per far pigliare quelli che feciono insulto a Monsig. a Castel della Pieve; ma non venne fatto; perchè il Cardinale di Trani per cuor suo gli aveva mandate staffette, che si andassero con Dio.
Definiz: § LIII. Di tutto cuore, e anche Di tutto il cuore, posto avverbialm., vale Con tutto l'affetto, e altresì Con tutta la forza dell'animo. –
Esempio: Liv. Dec. 1, 81: Di tutto il suo cuore amava l'altro Tarquinio.
Esempio: Bemb. Lett. 1, 234: Pregarvi e supplicarvi così di tutto il cuore, e di tutto l'animo, come fo a questa volta.
Esempio: Pallav. Lett. 2, 201: Riverisco V. S. illustrissima di tutto cuore.
Esempio: Dat. Pref. Pros. Fior. 3: Se gl'ingegni d'Italia s'applicassero di tutto cuore a scriver purgatamente d'ogni materia, egli mi par necessario ec.
Esempio: Not. Malm. 1, 214: Per quanto s'aspetta a me, gli porto tutto quell'affetto che si può portare; l'amo di tutto cuore.
Definiz: § LIV. In cuore, e anche Fra il cuore proprio, vale Dentro a sè, Fra sè medesimo, Nell'animo, Nel pensiero; e si usa propriamente coi verbi Dire in cuore o fra il cuore proprio, Pensare in cuore o fra il cuore proprio, Ragionare in cuore o fra il cuore proprio, o simili. –
Esempio: Nov. ant. B. 37: E dicea in suo cuore: veramente, se questi fosse uno cavaliere ec.
Esempio: E Nov. ant. B. 54: Questi fanti volendo ubbidire, diceano in loro cuore: io credo ec.
Esempio: Petr. Rim. 1, 139: I' dicea fra mio cor: perchè paventi?
Esempio: Dat. Gor. Stor. 61: Dicendo [il Duca] nel cuore suo: se voi m'aiuterete ec.
Esempio: Pulc. L. Morg. 12, 28: Carlo era corso già insino alla porta, Vide Rinaldo, e molta gente morta; E disse fra suo core: i' ho mal fatto.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 88: Così l'iniquo fra suo cor ragiona; Pur non segue pensier sì mal concetto.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 326: Essendosi ritenuto il Papa una nominazione di cardinale in cuore, per esplicarla a grado di Cesare.
Definiz: § LV. Insino al cuore o Fino al cuore, coi verbi Dispiacere insino o fino al cuore, Rincrescere insino o fino al cuore, Pentirsi insino o fino al cuore, e simili, vale Grandissimamente, In estremo grado, Profondamente. –
Esempio: Med. L. Canz. ball. 8: I' me ne pento insino al cuore.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 207: Gnene rincresceva insino al cuore.
Esempio: E Firenz. Pros. 2, 116: Dispiacendole insino al cuore la crudeltà della suocera.
Esempio: Cellin. Vit. 165: E m'incresce insino al cuore di non poter essere con loro.
Esempio: Salvin. Disc. 2, 489: Dispiacemi ben fin al cuore d'aver perdute le belle lezioni ec.
Definiz: § LVI. Secondo il cuore di alcuno, o Fatto al cuore, di alcuno, detto per lo più di persona, vale Che è secondo il genio e l'inclinazione di esso. –
Esempio: Bocc. Decam. 8, 377: Io ho trovata una giovane secondo il cuor mio,... la quale io intendo di tor per moglie.
Esempio: E Bocc. Amet. 37: Consentì a questo la lieta madre, e trovato un giovane secondo il suo cuore,... a lui per sposa mi diede.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 62: Gli amici non può scer fatti al suo cuore.
Definiz: § LVII. Accettare il buon cuore. – V. il § CXX.
Definiz: § LVIII. Allargare il cuore e Allargarsi il cuore. –
V. Allargare, § XVII, XVIII e XL.
Definiz: § LIX. Andare checchessia a cuore ad alcuno, vale Essergli caro, Andargli a genio. –
Esempio: Bocc. Filostr. 5, 7: Voi mi togliete crudi e dispietati Da quel piacer che più m'andava a core.
Definiz: § LX. Andare al cuore, vale Toccare il cuore, Commuovere. –
Esempio: Cic. Opusc. 387: Ma perocchè il convenente non andava quella volta al cuore di Pompeo.... credo che lento studio aveste sopra la quistione (Il lat. ha: nihil commovisset eius animum).
Esempio: E Cic. Opusc. 455: Priegovi, che intendiate ciò, ch'io dirò; e vadavi al cuore e alla mente.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 226: Poetando e studiando di mescolarvi rettorichi colori che dilettino gli orecchi e non vadano al cuore.
Definiz: § LXI. Arrivare al cuore. – V. il § CXXXV.
Definiz: § LXII. Aver cuore di far checchessia, o anche da far checchessia, vale Avere l'ardire, il coraggio, il vigore di animo, necessario per farlo; ed anche Esser capace di farlo. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 41: Se il nostro Signore non ha cuore di vendicare il misfatto a vostro modo, fateci levare la testa.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 177: Sta' a veder ch'e' sarà morto. T. E' non avrebbe auto tanto cuore!
Esempio: Segner. Pred. 42: Bisogna dire ch'una delle due cose pensiam di lui (di Dio), o ch'egli non abbia braccio da sostenere le nostre parti, o ch'egli non abbia cuor da sentire le nostre offese.
Esempio: E Segner. Mann. nov. 10, 4: Il pigro ha cuore da bramar quanto ogni altro la perfezione, ma non ha cuore da mettersi quant'ogn'altro all'acquisto d'essa.
Definiz: § LXIII. Avere a cuore checchessia, vale Averne gran cura, Darsene gran pensiero, ed altresì Farne conto, Tenerlo caro. E Avere a cuore di fare una cosa, vale Avere gran premura o sollecitudine di farla. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 131: Grifon, che poco a core avea quell'arme, Ma gran disio che 'l Re si satisfaccia, Gli disse ec.
Esempio: Bemb. Stor. 1, 282: Ognuno a lodare il Loredano incominciò, e a dire, che egli era buon prencipe, e che a cuore avea la Repubblica.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 334: Padrone, lasciatene il pensiero a me; ch'io non ho manco a cuore le cose vostre, che voi stesso.
Esempio: Galil. Comm. ep. 2, 210: È ben ragionevole, che io con ogni segno più conspicuo mi dimostri grato riconoscitore del generoso affetto di V. S. I. che ha avuto a cuore di accrescere la mia fama.
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 446: Le donne non hanno, quasi tutte, cosa più a cuore che l'adornarsi.
Esempio: Red. Lett. 2, 50: Fo e farò... quello che potrò per servizio di V. S. e del suo signor Cognato, e lo avrò a cuore più che se fosse cosa mia.
Esempio: Mont. Poes. 2, 331: Poi dimmi il ver, gli chiedi, ho il vero a core.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 317: I nostri passati ebbero sì fattamente a cuore la costumatezza, che ec.
Definiz: § LXIV. Avere il cuore a una cosa, in una cosa, o come anche trovasi, di fare una cosa, vale Avere intentamente rivolto l'affetto, l'animo o il pensiero, a essa cosa, od a farla. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 112: Voi siete così terreni,... ed amate tanto le cose del mondo, e aveteci sì fatto 'l cuore, che di Dio non sentite neente.
Esempio: Cavalc. Specch. Croc. 183: Cristo non riceve se non coloro che in questo mondo sono peregrini, cioè che poco ci hanno il cuore.
Esempio: Ar. Orl. fur. 26, 136: Marfisa avea sì il cor d'ire a Parigi, Che 'l salutar gli amici avea scordato.
Esempio: Bern. Orl. 37, 20: Tutta dipinta v'è l'istoria bella; Ma il Conte che a tal cosa non ha il core, Alle sue spalle questa porta lassa, E per la tomba giù calando passa.
Esempio: E Bern. Orl. 66, 2: Facea così, perchè si dilettava Di quello, e quivi avea la fantasia: Uno era fabbro, cuoco, muratore, Perch'a quell'esercizio avea il core.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 2: Hanno il lor cuore o nelle faccende di casa, o nelle fatiche del campo,... o nella curiosità di mirare, o nel compiacimento d'esser mirato; e però non sanno talora che cosa abbia detta il sacerdote.
Esempio: Salvin. Opp. 177: E sempre avendo il core Nell'onde, sempre osservano l'oscura Nebbia.
Esempio: E Salvin. Opp. Annot. 177: Così è detto dell'avaro, che ha il cuore nel tesoro, perchè sempre è fisso nel pensamento di quello.
Definiz: § LXV. Avere il cuore di una persona, vale poeticam., Goderne l'affetto, Esserne amato. –
Esempio: Pindem. Poes. 324: E pure Alceste Tosoni, croci, giarettiere, chiavi Conobbe, se l'ascolti; ed ebbe il cuore D'una Duchessa, il cui ritratto ec.
Definiz: § LXVI. Avere il cuore nello zucchero, vale figuratam., Essere allegro e contento.
Definiz: § LXVII. Avere il cuore sulle labbra, vale figuratam., Esser sincero, Dir la verità. E Aver sulla lingua o sui labbri quel che si ha nel cuore o sul cuore, vale Parlare, o Trattare, abitualmente con sincerità, senza finzione. E il suo contrario è Avere una cosa in cuore e un'altra sulle labbra, ovvero Non aver sulle labbra quel che si ha nel cuore. –
Esempio: Metast. Dramm. 8, 122: Or non t'inganna; ha su le labbra il core.
Esempio: Mont. Iliad. 9, 401: Odio al par delle porte atre di Pluto Colui ch'altro ha sul labbro, altro nel core.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 109: D'inganni artifiziosi fabbri, Che mai quel che han sul cor non han sui labbri.
Definiz: § LXVIII. Avere in cuore di far checchessia, vale Pensare, Avere intenzione, o simili, di farlo. –
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 23: Se alcuno.... domanderatti ove tu andrai, rispondi, che tu vadi più a lunga che tu non hai in cuor d'andare.
Esempio: Ar. Orl. fur. 27, 95: Anzi più giorni son, che l'odia molto, E spesso ha d'impiccarlo avuto in cuore.
Definiz: § LXIX. Avere nel cuore o in cuore, una persona, o anche una cosa, vale Amarla molto, Portarle grande affetto, Esserci essa cara, Conservarne affettuosa memoria, e simili. –
Esempio: Dant. Conv. 311: Chi non ha ancora nel cuore Alessandro, per li suoi reali beneficj? chi non ha ancora il buon re di Castella, o il Saladino,... o Galasso da Montefeltro, quando delle loro messioni si fa menzione?
Esempio: Med. L. Op. 2, 153: Mi sparerei per darti a divedere, S'i' t'ho nel core.
Esempio: Bern. Orl. 27, 54: Ma piacciati lasciarmi ancor vedere,... Se m'ami come di', se m'hai nel core, Combatter un dì solo per mi' amore.
Esempio: Dav. Tac. 2, 92: Erano l'ottava [legione] e la settima claudiana, che aveano Otone nel cuore.
Esempio: Pindem. Poes. 116: Io, che in cor t'ebbi dall'età più fresca, Te non potendo, rintracciai que' raggj, Rintracciai quelle che di te restaro Sparse pel nostro ciel strisce dorate.
Definiz: § LXX. Avere sul cuore checchessia, vale Tenerlo chiuso dentro di noi, Tenerlo segreto, per timore, per riguardo, o per altra cagione. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 28: Confessatevi pur, buttate fuora, Quanto avete sul cor, meco potete Tutto narrar.
Definiz: § LXXI. Bastare ad alcuno il cuore di far checchessia, vale Avere quegli ardire, o animo e forza, di farlo: più comunemente Bastar l'animo. –
Esempio: Sannazz. Arcad. 10: Non fu alcuno della pastorale turba, a cui bastasse il cuore di partirsi quindi, per ritornare ai lasciati giuochi.
Esempio: Corsin. B. Torracch. 15, 76: Non dubitar, chè me ne basta il core.
Definiz: § LXXII. Brillare il cuore. –
V. Brillare, § II.
Definiz: § LXXIII. Cadere ad alcuno il cuore o Cascare ad alcuno il cuore, e in modo basso e scherzevole Cascargli il cuore e la coratella, vale Disanimarsi, Scoraggiarsi, Sbigottirsi, o anche solo Travagliarsi fortemente nell'animo, per mala novella, o per accidente improvviso. –
Esempio: Febuss. Breuss. 3, 53: Al re el cuore in corpo fu caduto.
Esempio: Cecch. Incant. 1, 1: I' me ne torno a casa; truovolo in camera: pensatel tu, e' mi cadde il cuore.
Esempio: Chiabr. Rim. 2, 361: Venne Dameta, e disse: Ahi Tirsi è morto! Caddemi il cuor tosto ch'io l'ebbi udito.
Esempio: Bart. D. Cin. 1, 278: A' padri Ruggieri e Ricci, leggendolo, cadde il cuore.
Esempio: Vai Rim. 2: Al repentino avviso Di sì strana novella e traditora, Cascorno a Cecco e core e coratella.
Esempio: Segner. Paneg. 1, 106: Or chi può esprimere come caddegli il cuore a sì rea novella?
Definiz: § LXXIV. E Cadere una persona di cuore ad uno o Cascare una persona di cuore ad uno, vale Uscirgli essa di grazia. –
Esempio: Salvin. Iliad. 645: Che se di casa altro maggior tu premio Domandi; tosto tosto io vorria dartelo; Anzi ch'a te, di Giove alunno, ognora Cascato esser di cuore e a Dii nimico.
Definiz: § LXXV. Cadere in cuore. – V. il § CLXXXIV CLXXXIII.
Definiz: § LXXVI. Cavare il cuore ad uno, vale Togliergli la vita, Ucciderlo, facendone strazio. –
Esempio: Poliz. Rim. C. 200: Egli ha deliberato e posto in sodo, Se gli dovessi esser cavato il core, Di cercare ogni via, ogni arte e modo Per corre e' frutti un dì di tanto amore.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 18: E giurar per isdegno e per furore, Se giungea Orlando, di cavargli il core.
Esempio: Bern. Orl. 4, 4: Si voglion questi due (Orlando e Ferraù) cavare il core; E poi combatton, come dir, per nulla: Che se l'un d'essi al fin s'arrende o more, L'altro arà guadagnato una fanciulla.
Definiz: § LXXVII. E figuratam. –
Esempio: Sassett. Lett. 237: Io non credo di risponderli altrimenti per adesso, chè non ho che dirli, e lettere in cirimonie mi cavano il cuore, e tanto più che quel suo sonetto.... non mi piacque.
Definiz: § LXXVIII. Pur figuratam., riferito a popoli, vale Impor loro straordinarie gravezze, Angariare a dismisura. –
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 378: Erano in tal modo assassinate da' Governatori suoi, che con le gravezze cavavano il cuore a' popoli, che non mai forse fu inteso in altri tempi alcun altro signore avere in quel modo danneggiato le sua provincie.
Definiz: § LXXIX. Cavare una persona il cuore ad uno, vale Cavargli essa di mano, o Ottenere da lui, ciò che vuole, eziandio la cosa più cara e preziosa. –
Esempio: Gell. Sport. 3, 4: Infine, mia madre, frati e monache vi caverebbono il cuore; gli altri possono abbaiare.
Definiz: § LXXX. E Cavare una cosa il cuore ad uno, vale Piacergli assaissimo. –
Esempio: Dav. Tac. 2, 272: Càvanti tanto il cuore, disse Apro, queste tragedie, che, lasciate l'avvocherie, e' pensieri che importano, tu non attenda ad altro?
Esempio: Chiment. Cical. III, 1, 89: Non voglio già io abbandonare questa preziosa vivanda;... che se ella in mangiarla mi ha cavato (come si dice) il cuore, ben è dovere che mi cavi ancora le parole di bocca.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 27, 86: O questa impresa sì (disse Nalduccio) Mi cava il cuore, e dammi gusto estremo.
Definiz: § LXXXI. Cavarsi il cuore per darlo a chicchessia, Trarsi, o simili, il cuore per darlo a chicchessia, usasi nel Condizionale, e in maniera proverbiale, per denotare la grande affezione che si ha per esso, e la disposizione dell'animo a fargli ogni maggior benefizio. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 277: Madonna, nel vero egli mi dispiacque bene un poco, sì come a colui che mi trarrei il cuore per darlovi, se io credessi piacervene.
Definiz: § LXXXII. Costare il cuore e gli occhi, o, come anche trovasi, Costare il cuore del corpo, vale Costar moltissimo. –
Esempio: Cecch. Dissim. 5, 2: I' ho allevati duoi figliuoli, che mi costano il cor del corpo per far che gli imparino virtù.
Definiz: § LXXXIII. Crepare ad uno il cuore, vale Sentire o Provare quegli sommo dispiacere o dolore, Avere continui affanni, e simili. –
Esempio: Morell. Cron. 349: Tu l'avesti maschio, per farti bene crepare il cuore.
Definiz: § LXXXIV. Crescere altrui il cuore, vale Sentire gran piacere, estrema letizia, per checchessia: comunemente Allargarsi il cuore. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 15, 12: Subito crebbe all'Amostante il core, E disse: Può Macon far che sia desso!
Definiz: § LXXXV. E Crescere una cosa il cuore di allegrezza o simile, vale Accrescere essa la letizia dell'animo, Inebriarlo di allegrezza, e simili. –
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 2, 121: Ed io guardava nel bel viso adorno, Che d'allegrezza mi cresceva il core.
Definiz: § LXXXVI. Dare al cuore, detto di cosa, vale Commuovere fortemente e di subito, Colpir l'animo, e simili. –
Esempio: Forteguerr. Terenz. 3: Dimando Chi sia la giovanetta, e m'è risposto Che della morta Criside è sorella. Tal risposta mi diè subito al cuore, Ed ah, sì sì, diss'io ec. (il lat. ha: Percussit illico animum.)
Definiz: § LXXXVII. Dar cuore, e come anche trovasi, dar buon cuore, vale Animare, Incoraggiare. –
Esempio: Liv. Dec. 1, 40: Dall'una parte gli dava cuore la giovanezza, e dall'altra la gloria e la fama del suo avolo.
Esempio: E Liv. Dec. 1, 52: Io m'infinsi d'averlo comandato, per darvi buon cuore di combattere.
Esempio: Montecucc. Op. 1, 243: Combattere valorosamente, e muoversi all'attacco, se il terreno è uguale, per dar cuore a' suoi.
Definiz: § LXXXVIII. Dar cuore di far checchessia, trovasi per lo stesso che Dare il cuore di farlo. –
Esempio: Segner. Pred. 138: V'invita a feste, v'invita a festini;... e nè pur allor vi dà cuore di ripugnarli.
Definiz: § LXXXIX. Dare il cuore ad alcuno o Donare il cuore ad alcuno, vale figuratam., Prendere ad amarlo teneramente. –
Esempio: Cavalcant. Rim. 25: Per man mi prese d'amorosa voglia: E disse che donato m'avea il core.
Esempio: Ar. Orl. fur. 16, 6: Scontrò presso a Damasco il cavaliero A cui donato avea Orrigille il core.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 29, 55: E tutto da quel dì gli diedi il cuore.
Definiz: § XC. Dare il cuore a far checchessia, si usò per Volgere la mente o il pensiero, Applicare l'animo, e simili, a farlo. –
Esempio: Nov. ant. B. 66: Avvenne ch'uno malvagio cavaliere se ne avvide, e contollo al re. Lo re Marco diede lo cuore a crederlo, ed ordinò ec.
Esempio: Libr. Eccl. 32: Diedi il mio cuore ad apparare prudenzia.
Definiz: § XCI. Dare il cuore ad uno di far checchessia, vale Sentire quegli dentro di sè di aver l'ardire, il coraggio, il vigore dell'animo, la capacità, l'attitudine, e simili, necessaria a farlo, a riuscirvi, a sopportarlo, e simili; Esser da tanto di farlo, o di sopportarlo: che anche dicesi Bastar l'animo. –
Esempio: Bocc. Decam. 4, 97: Senza alcun fallo mi dà il cuor di fare che le tre sorelle.... con esso noi... verranno.
Esempio: E Bocc. Laber. 81: Già assai volte millantandosi ha detto, che se uomo stata fosse, l'avrebbe dato il cuore d'avanzar di fortezza, non che Marco Bello, ma il bel Gherardino, che combattè con l'Orsa.
Esempio: Savonar. Pred. 2: Ma mi daria el cuore mostrarti un dì, che questa è anche una eresia.
Esempio: Ar. Orl. fur. 31, 97: Se d'aver meco a far non ti dà il core, E vedi già che non puoi starmi a paro, ec.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 35: Vollono in sur un albero salire, E non dovette darne loro il cuore.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 353: Il capitano di costoro promisse al Consolo, che gli dava il cuore d'uscire fuora con i suoi da quella parte che li piacesse.
Esempio: Varch. Boez. 29: Datti egli il cuore sofferire ch'io con alcune dimande tocchi un poco e tenti lo stato e disposizione della mente tua?
Esempio: Cellin. Vit. 235: Con quel poco dello ingegno poi che manualmente io adopererei, a me dava il cuore di volare al sicuro.
Esempio: Tass. Amint. 2, 2: Crudel, ti darà il cor, vedermi morto?
Esempio: Galil. Comm. ep. 2, 45: Quanto allo scrivere al signor Albizzi, di presente non me ne dà il cuore, essendo talmente fuori di me stesso.
Esempio: Salvin. Pros. Rim. 209: Udite, e se vi dà il cuore, non trasecolate.
Esempio: Fag. Comm. 4, 291: Io gli ho tutt'a due conosciuti [que' ladracci].... F. E chi sono? T. Ve lo dirò. F. Di' su. T. Non me ne dà il cuore.
Esempio: Leopard. Poes. 93: Nè dielle il core Di sprezzar la dimanda e il mesto addio Rinacerbir col niego.
Definiz: § XCII. Dare il cuore in deposito a chicchessia o Lasciare il cuore in deposito a chicchessia, figuratam., e in maniera scherzevole, vale Abbandonarglisi con tutto l'affetto, quasi dandogli e lasciandogli in pegno il cuore. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 16, 73: Rinaldo, ch'avea il cor dato in diposito, Non rispondeva ad Orlando a proposito.
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 1, 481: Ciriffo, che in deposito il suo cuore A Carsidora lascia, a tal proposta, Parlando come lo ammaestra amore, A la Regina fece tal risposta.
Definiz: § XCIII. Dare nel cuore, vale figuratam., Accorare, Affliggere, ed altresì Fare altrui cosa molto dispiacevole, Dargli grande travaglio ed affanno, Ferirlo nel vivo, o simili. –
Esempio: Rep. Fir. Diec. Bal. 7, 166: Non lasciate però per questo alcuna vostra diligenzia, in modo che, s'egli è possibile, non abbiamo a sentire più simili inconvenienti, che ci danno nel cuore.
Esempio: Castigl. Corteg. 135: Devesi guardare il Cortegiano di non parer maligno e velenoso; e dir motti ed arguzie, solamente per far dispetto e dar nel cuore.
Esempio: Ambr. Furt. 2, 4: Ohimè, figliuola mia, tu mi dai nel cuore a piangere a codesto modo.
Esempio: Dav. Tac. 2, 128: Al quale [Muciano] sì presta vittoria diede nel cuore; e se Roma si pigliava senza lui, non gli parendo aver parte e gloria nella guerra, scriveva doppio a Primo e Varo.
Definiz: § XCIV. Dire il cuore, in costrutto col Che o col Di, ovvero con l'oggetto espresso, vale Avere un dato presentimento, ed altresì Esser di sentimento, Avvisarsi. –
Esempio: Dant. Rim. 107: Vedeste voi nostra donna gentile Bagnata il viso di pianto d'amore? Ditelmi, donne, che mel dice il core, Perch'io vi veggio andar senz'atto vile.
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 295: Un santo Padre ad uno molto accidioso e malinconico, il quale avendo perduto lo stato della mente, non gli diceva il cuore di poterlo mai ricuperare, disse uno cotale esempio.
Definiz: § XCV. E Dire il cuore di far checchessia, vale Sentirsi disposto a farlo, Avere la disposizione e la forza d'animo necessarie per farlo. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 211: Nè solitario, nè in congregazione, gli diceva il cuore di patire.
Esempio: E Cavalc. Med. Cuor. 71: Chi fugge come pusillanime, che non gli dice il cuore di sapere vivere con altri, e va a solitudine, questi non vince l'ira.
Definiz: § XCVI. Dividersi il cuore. – V. il § CLXVII.
Definiz: § XCVII. Donare il cuore ad alcuno. – V. il § LXXXIX.
Definiz: § XCVIII. Entrare nel cuore, o in cuore, ad alcuno, vale Piacergli grandemente, Commuoverlo, ed altresì Guadagnarsi l'animo, l'affezione, di alcuno. –
Esempio: Stor. Barl. 91: Nessuna cosa non vidi, che tanto mi piacesse.... Quelle (le donne) mi sono entrate più in core di tutte l'altre.
Esempio: Rim. Ant. P. Pucc. A. 3, 299: Tu mi se' entrato sì forte nel core Con le tuo dolci rime naturali, Che tutti i miei desiri temporali Son di servirti.
Definiz: § XCIX. Essere chicchessia o checchessia a cuore ad alcuno, vale quanto Stargli a cuore, che è più comune. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 3, 70: Ed ha così promesso al suo Signore, A cui Ruggiero è più d'ogni altro a core.
Esempio: E Ar. Comm. 2, 294: E siati A cuor ch'abbiam da bere in abbondanzia.
Esempio: Bemb. Lett. 2, 119: Di grazia, signor compare mio caro, siavi a cuore questo mio disiderio.
Esempio: Dat. G. Tac. 151: La patria gli era più a cuore che tutte l'altre sue faccende.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 89: Li siate (siete) a cuore voi e suor Brigida, come sue carissime figliuole nel Signore.
Esempio: Dav. Tac. 1, 361: L'ordine d'uccider Plauto non andò sì segreto: perchè a' più era a cuore la sua salute.
Esempio: Pindem. Poes. 114: Ahi! stolta Italia, che spogliasti l'armi, Palla non vedi cui son l'arti a cuore, Vestire in lor difesa elmo ed usbergo?
Definiz: § C. Essere anima e cuore, o un cuore ed un'anima, detto di due persone, e più comunemente di fratelli o di amici; vale Essere dello stesso animo e dello stesso volere. –
Esempio: Lipp. Malm. 7, 28: Stavan d'accordo in pace ed in amore, Ed eran pane e cacio, anima e cuore.
Esempio: Not. Malm. 2, 562: Ed eran pane e cacio, anima e cuore. Andavano uniti e d'accordo in ogni operazione.
Definiz: § CI. Essere di buon cuore. – V. il § CLXX.
Definiz: § CII. Essere d'un cuore e d'un consiglio, detto di più persone, vale Essere concordi nel fare o volere checchessia, Essere dello stesso animo e dello stesso pensiero o volontà: ma è maniera non comune. –
Esempio: Plut. Vit. 33: E per questo Cesare e Pompeo furono d'un cuore e d'un consiglio.
Definiz: § CIII. Essere il cuore di uno, vale Essere suo strettissimo amico, quasi una cosa medesima con lui, e più comunemente Essere la persona più cara che uno abbia. –
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 7, 30: Messer Antonio da Venafro, che è il cuore suo, ed è il caffo degli altri uomini,... non batte altro, se non che questo accordo si dovesse fare per rimedio comune.
Definiz: § CIV. Familiarmente dicesi anche di cosa, e più specialmente di cosa da mangiare, a significare Esser quella la cosa più gradita, o che più piace, ad alcuno.
Definiz: § CV. Essere in cuore ad alcuno di far checchessia, vale lo stesso che Avere in cuore di far checchessia; ma è maniera di raro uso. –
Esempio: Cavalc. Frutt. Ling. 31: Sappi, che se Moisè e Samuel me ne pregassero, non mi è in cuore d'aiutar questo popolo.
Definiz: § CVI. Essere nel cuore ad alcuno, vale poeticam., Esserne teneramente amato. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 27, 64: Gran pianto Orlando di questo facea, Perchè molto Ullivier gli era nel core.
Definiz: § CVII. E comunemente usasi per Comprendere e sentire tutto quello che alcuno prova; o semplicemente Comprenderne appieno il pensiero o il desiderio, Essere nel suo parere, e simili. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 313: Poi.... dico che mi siate (siete) stato nel cuore a dirmi di fare una propaggine di ser Benedetto Forzoni.
Definiz: § CVIII. Far cuore, e familiarmente Farsi cuore, vale Farsi coraggio, Prender animo, Rincorarsi, e simili. –
Esempio: Dav. Tac. 1, 120: Fatto cuore, rientra in Senato, e trova rinforzate l'accuse.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 66: Sent'un calpestio. D. Son del certo in campagna. M. Io vo' far cuore.
Esempio: Red. Lett. 1, 220: Reveritissimo signor Marcello, si faccia animo, si faccia cuore.
Esempio: Fosc. Poes. 341: Fe' cor quel vate intemerato, e disse ec.
Esempio: Mont. Poes. 2, 332: Bravo, poeta degli eroi, fa' core.
Definiz: § CIX. E lo stesso vale Far buon cuore; ma non è oggi maniera comune. –
Esempio: Nard. Liv. Dec. 13: Svegliati, e fa' buon cuore; e seguita gl'Iddii che son tua guida.
Esempio: Grazz. Pros. 206: Dubitava [Maestro Manente] di non sognare; pure ingegnandosi di far buon cuore, confortava sè stesso.
Esempio: Cecch. Donz. 5, 2: Fate buon cuore, Serrate il parentado di Forese.
Definiz: § CX. Far cuor duro, vale Ostinarsi nella colpa, Non sentir più o Non curare i rimorsi della coscienza. –
Esempio: Cavalc. Frutt. Ling. 81: Ma perchè in quel di niuno impedimento gli incontrò, fece cuor duro, e ogni dì poi andava alla chiesa, immaginando che Iddio di quel peccato non si curasse.
Definiz: § CXI. Far cuor di leone, o, come anche trovasi, di pietra, vale Sforzarsi di farsi coraggio, di prender animo: ma non è maniera comune. –
Esempio: Firenz. Pros. 2, 38: Non impaurito miga per così gran pericolo, anzi facendo un cuor di leone, me ne andai dal banditore, e dissi ec.
Esempio: Baldov. Comp. dram. 55: Vo' far cuor di lione, S'e' venisse anche ec.
Esempio: Fag. Rim. 3, 193: Ella (la Poesia) cercava di far cuor di pietra Contro quel can mordace ed arrogante, Che d'iniqui latrati empieva l'etra.
Definiz: § CXII. Far cuore ad alcuno, vale Confortarlo, Incorarlo, Incoraggiarlo; più comunemente, Fargli animo far animo ad alcuno. –
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 8, 227: Si fan l'un l'altro core, e innanzi vanno, Contra la belva insidïosa e truce.
Esempio: Salvin. Pros. sacr. 30: Cui, benchè tradito, richiama, e gli fa cuore.
Definiz: § CXIII. Far del cuor ròcca, vale Farsi grande animo e coraggio, Armarsi di fortezza, Mostrarsi intrepido, e simili: ma oggi è maniera non comune. –
Esempio: Benciv. Cur. malatt. volg.: Quantunque lo male sia grandissimo, si esorti lo infermo a far del cuor ròcca, e a sperar bene.
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 3, 542: Qui bisogna a ciascun far del cuor ròcca, Sendo preso il partito e messi in via.
Esempio: Gell. Sport. 5, 2: Io mi sento tutta rimescolare, e vo tutta sozzopra; e pur bisogna far del cuor ròcca.
Esempio: Ambr. Bern. 4, 11: Ma, oimè, eccolo. Bisogna far del cuor ròcca.
Esempio: Cecch. Masch. 2, 3: È fatta, è guasta; qui bisogna, Chima, Far del cuor ròcca.
Definiz: § CXIV. Far tanto di cuore, vale Rallegrarsi molto, ed anche Prendere grande animo o coraggio. –
Esempio: Lipp. Malm. 10, 18: Quando la maga vede un tal presente, Ch'ha in sè tanta virtù, tanto valore, Da morte a vita riaver si sente, Si ringalluzza e fa tanto di cuore.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 57: Il lupo a tale onore, Fece tanto di core.
Definiz: § CXV. Favellare al cuore. – V. il § CXXXIV.
Definiz: § CXVI. Ferir nel cuore, figuratam., vale Pungere o Colpire nel vivo, Offendere in quel che più importa, e simili.
Definiz: § CXVII. Fermare il cuore in checchessia, vale Porre tutto l'affetto, l'amore, in esso. –
Esempio: Fior. Virt. 6: O tu che domandi pace, vuo' tu ch'io la t'insegni avere? Ferma il tuo cuore nell'amore di Dio, e non nel vitupero di questo mondo.
Definiz: § CXVIII. E Fermare il cuore in un'opinione, risoluzione, o simili, vale Ostinarsi in quella; ma è maniera non comune. –
Esempio: Alam. L. Op. tosc. 2, 170: Non si convien fermar sì duro il core In una opinïon, pensando seco Del tutto vane poi l'altrui credenze.
Definiz: § CXIX. Fermare in cuore o Fermarsi in cuore, vale Risolvere, Stabilire. –
Esempio: Pucc. A. Gentil. 6, 88: Veggendosi dal Papa spodestato Del titol dello 'mperio,... Subitamente si fermò nel core Di metter suo poder Contra gli amici del sovran Pastore.
Definiz: § CXX. Gradire il buon cuore o Accettare il buon cuore, vale Gradire, o Accettare checchessia come segno o dimostrazione di benevolenza, di affetto o simili; e propriamente si usa invitando persona di qualche riguardo a gradire quello che cordialmente le si offre. –
Esempio: Fag. Comm. 5, 27: Se non staranno come meritano, gradiranno il buon cuore.
Definiz: § CXXI. Lasciare il cuore in deposito. – V. il § XCII.
Definiz: § CXXII. Legarsi al cuore una cosa, vale Imprimersela fortemente nell'animo, Tenerla bene a mente: ma non è molto comune. –
Esempio: Gell. Circ. 52: Non si trova egli degli stolti anche fra voi? S. No, Ulisse; e legati questo al cuore: che non si truova animale alcuno, che manchi di quel conoscimento che si conviene alla specie sua.
Esempio: Cellin. Vit. 603: Io divotissimamente mi legai al cuore quelle parole, che mi disse vostra Signoria da parte di sua Eccellenza illustrissima.
Definiz: § CXXIII. Levare il cuore da checchessia o Staccare il cuore da checchessia, e Levarsi checchessia dal cuore o Staccarsi checchessia dal cuore, valgono Distaccare o Rimuovere affatto il pensiero e l'affetto da checchessia. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. ined. 1, 140: Torràgli Iddio i figliuoli, acciocchè levi il cuor suo da essi;... perchè l'uomo veggendo com'è cosa vana quello ch'ama ed ove egli hae il cuore, sì si riconosce e ritorna a Dio.
Esempio: Segner. Op. 1, 738: Staccare il cuore.... da tutto quello, per cui da Dio si distolse.
Definiz: § CXXIV. Mancare il cuore, vale Venir meno al maggior bisogno il coraggio o l'ardire, Disanimarsi, Scoraggiarsi nell'atto appunto di dover fare cosa ardua o grave. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 45: Non lo feciono, perocchè per viltà mancò loro il cuore.
Esempio: Grazz. Pros. 256: Non potette fare che a prima giunta non temesse alquanto; e li fu per mancare il cuore, pensando a quel che riuscire ne potea, quando ec.
Definiz: § CXXV. Mangiarsi il cuore o Rodersi il cuore, usasi familiarmente per Consumarsi dal dispiacere, dal dolore, Tribolarsi continuamente, per cosa sopportata di mal animo.
Definiz: § CXXVI. Metter cuore ad alcuno, vale Fargli coraggio, Dargli animo. –
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 2, 313: Per la morte di Piero Capponi si mandò in campo Antonio Canigiani per mettere ordine e cuore all'esercito invilito e disordinato.
Esempio: Cellin. Vit. 242: Per la qual cosa lui disse, ch'era disperato, e che io gli messi cuore.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 554: Pon mente, se e' son due i quai si azzuffino, E se ne sia un grande e l'altro piccolo, Ciascuno sgrida il grande, e mette cuore Al piccolo, e gli dice: ah, buon piccino, Fa' così, da' di qua, guardati, para.
Definiz: § CXXVII. Mettere il cuore in checchessia. – V. il § CXLI.
Definiz: § CXXVIII. Mettere il cuore in pace, usasi nel senso medesimo che Metter l'animo in pace. –
V. Animo, § LXI.
Definiz: § CXXIX. Mettere in cuore, o nel cuore, ad uno checchessia o Porre in cuore, o nel cuore, ad uno checchessia, vale Inspirarglielo, Suggerirglielo, Farglielo venire in pensiero, e simili: ma si usò anche per Farglielo presentire. –
Esempio: Fiorett. S. Franc. 135: E allora Iddio mi mise nel cuore, che mi concederebbe di sentire l'uno e l'altro.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 396: Iddio gliele metta nel cuore, che lo facci.
Esempio: Ar. Orl. fur. 45, 41: Gli mette in cor come l'aiute, E non lasci perir tanta virtute.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 208: Prego il cielo che metta in cuore al Britonnio, che vi faccia una Naseide.
Esempio: Salvin. Iliad. 3: Chiamò il popolo Achille a parlamento; Che gliele puose in cuor la Dea Giunone.
Definiz: § CXXX. E Mettere in cuore ad uno una persona, vale Indurlo ad amarla, Far che l'ami; ma non è comune. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 61: Misemi [il demonio] in cuore a una vergine santa,... sì ch'ella mi comincioe a dimostrare amore, e ridermi, presentarmi ec.
Definiz: § CXXXI. Mettersi in cuore, vale Proporsi, Deliberare, Stabilire, e anche semplicemente Far pensiero. –
Esempio: Bocc. Decam. 5, 70: Ma pur si mise in cuore, se alla giovane piacesse, di far che questa cosa avrebbe effetto.
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 165: Molte volte si mise in cuore di doverla del tutto lasciare stare.
Esempio: Ar. Orl. fur. 43, 183: Di non partirsi quindi in cor si messe, Fin che del corpo l'anima non spiri.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 44, 76: Senza parlarne altrui, si mette in core Di far che muoia.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 26: Dopo la morte d'Egeo, Teseo si mise in cuore impresa grande a meraviglia, di ridurre, come fece, tutti gli abitanti dell'Attica, prima sparsi e duri, ad unirsi per lo publico bene in un solo corpo di città.
Esempio: Salvin. Senof. 63: E facendo un miscuglio di tutto, d'invidia, di gelosia, d'afflizione, di terrore, si mise in cuore come vendicarsi dello altiero.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 2, 3: Di andarlo a ritrovar si mise in cuore.
Definiz: § CXXXII. Mettersi una mano, o le mani, al cuore, o sul cuore, usasi familiarmente e figuratam., per Interrogare la propria coscienza, Esaminare i proprj atti od abiti.
Definiz: § CXXXIII. Mordere altrui il cuore, vale poeticam., Suscitare in esso pentimento e dolore. –
Esempio: Dant. Purg. 31: Tanta riconoscenza il cuor mi morse, Ch'io caddi vinto.
Definiz: § CXXXIV. Parlare al cuore di alcuno o Favellare al cuore di alcuno, vale Toccarne il cuore, Commuoverlo, con parole di affetto, di conforto, di dolce persuasione, e simili. –
Esempio: Bibb. 1, 122: Io veggio ch'io ho trovata grazia negli occhi tuoi, imperocchè tu m'hai molto consolata, e sì hai favellato al cuore della tua serviziale.
Esempio: E Bibb. 2, 380: Parlate al cuore di Jerusalem, e chiamate quella.
Esempio: E Bibb. 3, 463: Io li darò lo latte, e menerolla nello isbandeggiamento, e parlerò al suo cuore.
Definiz: § CXXXV. Passare il cuore, e Arrivare al cuore, valgono figuratam., Dare un eccessivo dolore, Dispiacere fortissimamente. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 10, 128: Queste parole assai passano il core Al tristo padre.
Esempio: E Pulc. L. Morg. 11, 89: Tira pur su, ribaldo traditore, Che più le strade non assalterai: Or questo è quel ch'a Astolfo passa il cuore, E dicea: Traditor non fui giammai, ec.
Definiz: § CXXXVI. Patire il cuore. – V. il § CLXIV.
Definiz: § CXXXVII. Perdere il cuore, e oggi più comunemente Perdersi di cuore, vale Scoraggiarsi, Disanimarsi, Sbigottirsi, Avvilirsi. –
Esempio: Cronichett. Mannell. 19: Paris veggendo lo re Menellao, perdè il cuore, e non volle combattere.
Esempio: Montecucc. Op. 2, 210: L'assalito pone tutta la sua speranza nel trinceramento, e vedendolo in una parte sola forzato, perdesi in tutte le altre di cuore, e abbandona il resto.
Definiz: § CXXXVIII. E Perdere il cuore e il sangue, vale figuratam., Perdere ogni sostanza, Rimaner privato d'ogni bene: ma è maniera non comune. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 63: I Cavalcanti quel dì perderono il cuore e il sangue, vedendo ardere le loro case e palagi e botteghe, le quali.... gli teneano ricchi.
Definiz: § CXXXIX. Piangerne ad alcuno il cuore, che anche trovasi Piangerne l'anima nel cuore, vale Essere quegli grandemente afflitto o dolente di checchessia. –
Esempio: Bocc. Filostr. 4, 158: E cappiati per certo dentro al petto Ch'el me ne piange l'anima nel core Di allontanarmi dal tuo dolce aspetto.
Esempio: Chiabr. Guerr. Got. 4, 51: E se gli amici, onde ti piange il core, Ha spenti acerbamente empia ventura, ec.
Definiz: § CXL. Pigliar cuore, e Pigliare a cuore o Pigliarsi a cuore. – V. i §§ CXLVII, CXLVIII e CLI.
Definiz: § CXLI. Porre il cuore in checchessia, o anche a checchessia, Mettere il cuore in checchessia, o anche a checchessia, Collocare e simili, il cuore in checchessia, o anche a checchessia, vale Affezionarvisi grandemente, Volgervi del tutto gli affetti e i pensieri. E Porre il cuore in chicchessia, Mettere o simili, il cuore in chicchessia, vale Prendere ad amare solamente quello, ed altresì Innamorarsene grandemente. –
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 71: Se ricchezze v'abbondano, non vi ponete lo cuore.
Esempio: Fr. Giord. Pred. 44: Se noi pensassimo bene che sono i beni di questo mondo,... come poco l'ameremmo, e poco ci porremo il cuore!
Esempio: Dant. Purg. 14: O gente umana, perchè poni il core Là 'v'è mestier di consorto divieto.
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. 39: Ora è dunque molto grande mistiere, che l'uomo non metta troppo il cuore in queste cose mondane.
Esempio: Montecchiell. Teol. Mist. volg. 57 t.: Non sanza fatica ha collocato il cuor suo dentro nel Signore.
Esempio: Libr. Prov. 40: Poni il cuor tuo alla mia dottrina, la quale ti parrà bella nel cuor tuo, se la vi terrai.
Esempio: Ar. Orl. fur. 16, 4: Vede quanto vilmente il suo cor pone In Orrigille iniqua e senza fede.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 30, 72: Ella (Doralice),... per non si veder priva d'amore, Avria potuto in Ruggier porre il core.
Esempio: Segner. Mann. magg. 15, 4: Ti proporrai la pace, con voler mettere tutto il tuo cuore in Dio solo.
Definiz: § CXLII. Quindi la locuzion figurata, e oggi poetica, Porre il cuore altamente, ovvero in basso, Mettere il cuore altamente, ovvero in basso, Collocare il cuore altamente, ovvero in basso, e simili, che vale Prendere ad amare persona o cosa di gran pregio, ovvero abietta, vile, o semplicemente umile. –
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. 27: Chi hae in odio orgoglio, ama umiltà; è pover, che mette il cuore in basso; e perciò tutti veraci umili amano povertade, e son poveri di spirito.
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 7: Mi giova sempre avere in fantasia, Ch'io non misi il mio core in luogo immondo.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 16, 2: Pur ch'altamente abbia locato il core, Pianger non de', se ben languisce e muore.
Definiz: § CXLIII. Porre il cuore a far checchessia, vale Volgere ogni pensiero e studio, Indirizzare ogni cura, a farlo. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 7, 43: Ella non gli era facile, e talmente Fattane cieca di superchio amore, Che.... solamente A dargli vita avesse posto il core.
Definiz: § CXLIV. Porre in cuore ad uno checchessia. – V. il § CXXIX.
Definiz: § CXLV. Porsi in cuore, vale lo stesso che Mettersi in cuore. –
Esempio: Colonn. Guid. N. 152: Mi puosi in cuore di manifestarlo innanzi alla vostra conoscenza, acciocchè se vi pare che sia salutevole ec.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 225: Io mi posi in cuore di darti quello che tu andavi cercando, e dieditelo.
Esempio: Stef. Marc. Istor. Prol. 1, LXXXIX: Mi puosi in cuore di durare fatica, e metter tempo e sollecitudine in ritrovar libri ed ogni scrittura ec.
Esempio: Pulc. L. Morg. 28, 22: Quando Ulivier percosse il viso a Gano, Io dissi allor come e' si pose in core Di vendicarsi.
Esempio: Med. L. Canz. ball. 3 t.: Un dì pur si pose in cuore Di menare altro che mane.
Esempio: Varch. Stor. 2, 424: S'era [l'imperatore] posto in cuore di far eleggere Ferdinando suo fratello a re de' Romani.
Definiz: § CXLVI. E figuratam. detto di animali. –
Esempio: Esop. Fav. S. 5: Una malvagia ranocchia posesi in cuore d'ingannare questo topo.
Definiz: § CXLVII. Prendere cuore, o Pigliar cuore, vale Prender coraggio, Farsi animo, Riconfortarsi; ed anche Prender baldanza, Divenire baldanzoso; ed altresì Prendere ardire, Ardirsi. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 153: Prese cuore, e misesi alla battaglia.
Esempio: Vill. G. 191: Indugiando, i nimici prenderiano cuore e ardire.
Esempio: Stor. Pistol. 73: Data la detta sconfitta, la gente d'Uguiccione rubò ed arse la detta valle [di Buti], e la contrada d'intorno, e tornarono a Pisa con grande festa. Per questo li Pisani presono grande cuore contro a' Lucchesi.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 225: La donna, veggendo che nella prima giunta altro male che di parole fatto non l'avea,... prese cuore, e disse ec.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 54: Se voi avete preso tanto cuore che vi paia che basti, e volete combattere,... levate qui uno grido, dico, che mi dimostri chiaramente la volontà e virtù vostra.
Esempio: Dav. Tac. 2, 20: Ora dall'inresoluzione e viltà di chi perde tempo, piglierà cuore a fare il principe.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 263: Via, questa notte in sogno io te la condurrò davanti (Leonora); bella come la Gioventù; e cortese in modo, che tu prenderai cuore di favellarle molto più franco e spedito che non ti venne fatto mai per l'addietro.
Definiz: § CXLVIII. Prendere cuore addosso a uno o Pigliar cuore addosso a uno, vale Prendere a trattarlo con superiorità, Soverchiarlo, ed altresì Prendere predominio sopra di esso: comunemente, Prender animo addosso a uno. –
Esempio: Morell. Cron. 262: Scrivesi il quinto danno, che i pupilli ricevono per la perdita del loro padre; e questo, come è detto, avviene, chè ciascuno piglia loro cuore addosso, come fanno gli uccelli rapaci a' piccoli istarnoncini.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 231: Oh tu Hai fatto bene, Sgalla! S. Io aveva presogli Un cuore addosso! B. Simil gente sono Can da pagliaio.
Definiz: § CXLIX. Prender grosso cuore, trovasi per Adirarsi, Crucciarsi, o simili. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 140: E già per poco fallo Non prender grosso core.
Definiz: § CL. Prendere il cuore ad uno, trovasi per Innamorarlo, Guadagnarsene l'affetto. –
Esempio: Fr. Iac. Tod. 162: Sua bellezza gli prende il core, Ch'ogni altro amor gli fa annullare.
Definiz: § CLI. Prendere una cosa a cuore, Pigliarsi una cosa a cuore, o Prendere una cosa a cuore, Pigliare, una cosa a cuore, vale Prendersene gran cura, Attendervi, od Occuparsene, con amorosa sollecitudine; e, in proposizione negativa, altresì Prendersene pensiero o affanno. –
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 44: Non ti pigliar così le cose a cuore, Attendi a spender se tu hai danari; Del resto poi provvederà il Signore.
Esempio: Bart. D. Cin. 3, 245: Vi priega, o Re, che vogliate prendere a cuore questo importante affare.
Definiz: § CLII. Reggere ad uno il cuore, vale Poter quegli resistere al dispiacere, o altro travaglio d'animo, che prova per checchessia: e usasi più comunemente in proposizione negativa, o condizionale, o interrogativa. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 5: Non potrei, Se non mi regge il cor, se la mia bella Forza è che parta, andarmene con lei?
Definiz: § CLIII. Restare checchessia a cuore di alcuno, trovasi per Restare affidato allo zelo o sollecitudine di alcuno, Averne quegli solo il pensiero o carico. –
Esempio: Bentiv. G. Nunz. 3, 390: Lascia qui ben disposti i ministri verso le cose sue, le quali mi pare che resteranno principalmente a cuore del Cardinale di Retz e di Puysieux.
Definiz: § CLIV. Rinchiudersi e stringersi il cuore ad alcuno, trovasi poeticam. per Venir quegli meno, Svenirsi. –
Esempio: Tass. Gerus. 12, 28: Qui tacque, e 'l cor le si rinchiuse e strinse, E di pallida morte si dipinse.
Definiz: § CLV. Ridere ad alcuno il cuore, vale poeticam., Gioire o Esultare quegli per checchessia: comunemente, Brillargli il cuore brillare ad alcuno il cuore. –
Esempio: Grazz. Rim. 2, 82: Ben è svogliato e colmo di dolore Chi, veggendola (la salsiccia) in tavola venire, Non rihà 'l gusto, e non gli ride il core.
Definiz: § CLVI. Ridurre uno al suo cuore, si disse per Farlo ravvedere e tornare a buona vita. –
Esempio: Imit. Crist. 18: Buona cosa è a noi che alcuna volta abbiamo delle avversitadi e tribulazioni, perchè hanno natura di ridurre l'uomo al suo cuore.
Definiz: § CLVII. Riprender cuore, vale Riaversi dallo sbigottimento, Riprendere coraggio o ardire. –
Esempio: Stor. Aiolf. 1, 113: Aiolfo montò a cavallo, e ripreso cuore, s'avventò nella zuffa, facendo gran macello di gente.
Esempio: Pucc. A. Centil. 77, 46: Veggendo il Cardinal gente sì bella, Riprese cuore, e fecene gran festa, E la suo gente fe' armar con quella.
Esempio: E Pucc. A. Centil. 87, 32: E' Perugin.... Ripreser cuore, e fer gente.
Definiz: § CLVIII. Ritornare al proprio cuore. – V. il § CLXXVII CLXXVI.
Definiz: § CLIX. Rodere altrui il cuore, detto dell'invidia, o altro disordinato affetto, vale Agitargli del continuo l'animo, Tormentarlo, e simili. –
Esempio: Buonarr. Fier. 5, 4, 2: Ma verme già di livido colore, Poter rodermi il cuor non crederei Per chi d'oro ammassato si fa specchio, O 'l chiude imprigionato in fondo all'arche.
Definiz: § CLX. Rodersi il cuore. – V. il § CXXV.
Definiz: § CLXI. Rubare una persona il cuore ad alcuno, vale Piacergli così, Andargli tanto a genio, da costringerlo ad amarla, e fare per essa ciò che più desidera.
Definiz: § CLXII. Schiantare il cuore. – V. il § CLXVI.
Definiz: § CLXIII. Scoppiare il cuore, vale Sentire o Provare nell'animo dolore eccessivo. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 16, 43: E disse a quel, che di ciò domandava: E anco io piango, anzi mi scoppia il core.
Esempio: Poliz. Pros. 56: Mi fa scoppiare il cuore a udirlo pur favellare.
Esempio: Dav. Tac. 2, 18: Ma di mio padre, e del senato, e dell'imperio, mi scoppia il cuore.
Esempio: E Dav. Tac. 2, 136: Vitellio era sordo a' forti consiglj. Scoppiavagli il cuore, persistendo nell'armi, d'avere a lasciare il vincitore più crudo a sua moglie e figliuoli.
Esempio: Vai Rim. 2: Non ostante la fede A te più volte in mia presenza data (Scoppiami il core a dirlo), è maritata.
Definiz: § CLXIV. Soffrire il cuore ad alcuno di fare una cosa o Patire il cuore ad alcuno di fare una cosa, vale Aver egli il coraggio, Dargli o Bastargli il cuore, di farla: e usasi più spesso con la negativa, o per modo d'interrogazione. –
Esempio: Bocc. Decam. 5, 50: Non sofferendole il cuore di sè medesima con alcuna violenza uccidere, pensò nuova necessità dare alla sua morte.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 169: Nè mai mel sofferse il cuore.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 299: Il cuore nol mi patirebbe per niuna maniera di vederti o di sentirti tra le mani a niuno.
Esempio: Plut. Vit.: Quando Dimitrio cadde della signoria,... la sua moglie Fila, vinta dal dolore, non le potè patire il cuore di vedere Dimitrio fuggitivo.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 6, 317: Ahi come, traditor, ti soffrì il core, Tal vèr la tua cognata usar oltraggio?
Definiz: § CLXV. Spendere il cuore e gli occhi, vale Spendere eccessivamente in checchessia.
Definiz: § CLXVI. Spezzare il cuore, Strappare il cuore, Schiantare, o simili, il cuore, vale Cagionare dolore o dispiacere eccessivo. –
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 1, 332: L'Imperadore gli parlò con tutto lo spirito di questa causa; dicendogli, che gli spezzavano il cuore le lagrime della zia.
Esempio: Segner. Pred. 79: Certamente, gli disse, voi non avete a me corrisposto in questo servigio, come io sperava, e come voi dovevate.... Nè più gli aggiunse. Ma che? Non credete voi che ciò bastevole fosse a schiantargli il cuore?
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 93: È cosa che fa pianger, spezza il cuore, Il vederci privar de' nostri beni.
Definiz: § CLXVII. Spezzarsi il cuore ad alcuno, Strapparsi il cuore ad alcuno, Dividersi, o simili, il cuore ad alcuno, e Sentirsi alcuno spezzare, dividere, o simili, il cuore, valgono Sentire o Provare pena grandissima, eccessivo dispiacere, ed anche intenso dolore fisico. –
Esempio: Metast. Dramm. 3, 295: In faccia a lei Mi si divide il cor.
Esempio: Leopard. Poes. 92: Oimè per sempre Parto da te. Mi si divide il core In questo dir.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 24: Or m'entra sotto i piè qualche sassuolo, Che fa provar le pene dell'inferno; E mentre ch'io mi sento il cuor dividere, Fanno le scarpe mie bocca da ridere.
Definiz: § CLXVIII. Staccare il cuore da checchessia, e Staccarsi dal cuore checchessia. – V. il § CXXIII.
Definiz: § CLXIX. Stare ad alcuno a cuore checchessia, o il far checchessia, vale Premergli molto, Averne quegli gran premura, passione, o simili. –
Esempio: Mann. Lez. Ling. tosc. 127: È un grande stimolo a chi il ben comporre sta a cuore.
Esempio: Leopard. Poes. 38: O Italia, a cor ti stia Far ai passati onor; chè d'altrettali Oggi vedove son le tue contrade, Nè v'è chi d'onorar ti si convegna.
Definiz: § CLXX. Stare di buon cuore, o, come anche trovasi, Essere, di buon cuore, vale Stare con l'animo contento, Star quieto o tranquillo; più comunemente Star di buon animo. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 193: Questo piacque al Peregrino; e, senza volergli dire altro, sommamente il pregò che di buon cuore stesse.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 248: Anichino mio dolce, sta' di buon cuore.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 133: Ora io vo, aspettati, e sia di buon cuore.
Definiz: § CLXXI. Stare checchessia nel cuore ad uno, vale poeticam., Essergli impresso nella mente, Averlo sempre presente all'animo. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 103: Questi son que' begli occhi, che mi stanno Sempre nel cor con le faville accese.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 269: Sì dolci stanno Nel mio cor le faville e 'l chiaro lampo.
Definiz: § CLXXII. Stare checchessia sul cuore ad alcuno, vale lo stesso che Stargli a cuore; ma denota maggior passione. –
Esempio: Dav. Tac. 1, 229: Divenne [Artabano] morto lui (Germanico), superbo e tiranno; fidandosi nelle vittorie ottenute contro a' vicini, spregiando la vecchiezza di Tiberio,... e standogli l'Armenia in sul cuore.
Esempio: E Dav. Tac. 1, 362: La salute della Republica gli stava in sul cuore.
Esempio: Bart. D. Miss. Mog. 59: Come il bene dell'India stesse sul cuore a noi, più che a chi per ufficio si doveva.
Definiz: § CLXXIII. Stringere il cuore, vale Far nell'animo gagliarda impressione; e più specialmente si usa per Suscitarvi vivi sensi di compassione. E Stringersi ad alcuno il cuore, vale Sentire egli gran pietà, profondo dolore, e simili.
Definiz: § CLXXIV. Toccare il cuore ad alcuno, vale Commuoverlo, Muoverlo a pietà, a compassione, e simili; e in senso speciale, detto di Dio, vale Suscitare in uno la compunzione, Farlo ravvedere e pentire delle proprie colpe. –
Esempio: Ovid. Pist. 115: Ma se per la ventura le mie preghiere ti toccano lo cuore, ec.
Esempio: Adim. A. Ador. Mag. 103: Datene gloria a Dio, e pregatelo che ancora a voi tocchi il cuore.
Definiz: § CLXCV. Dicesi familiarmente, e con un certo scherzo, anche di cibi o bevande, e vale Piacer fuor di modo, Dar nel gusto, o simili. –
Esempio: Lipp. Malm. 1, 6: Ad un che sempre ingolla Del ben di Dio, e trinca del migliore, Il vin di Brozzi, un pane e una cipolla, Talor per uno scherzo tocca il cuore.
Esempio: Not. Malm. 1, 14: Toccare il cuore: Dar soddisfazione intera. Quando altri mangia con gusto, e si conosce che quella vivanda gli fa pro, diciamo: La tal vivanda gli ha toccato il cuore.
Definiz: § CLXXVI. Tornare al proprio cuore, e anche nel proprio cuore, o semplicemente al cuore o Ritornare al proprio cuore, e anche nel proprio cuore, o semplicemente al cuore, si disse, con frase scritturale, dai mistici per Rientrare in sè stesso ed esaminare la propria coscienza, Ravvedersi. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 187: Fratel mio Valente, tu se' ingannato, e consiglioti che torni al cuore, e che ti umilii a Dio, e prieghilo che ti perdoni e aiuti.
Esempio: E Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 184: E tornando quel Diacano al cuor suo, e conoscendo la sua colpa, andossene a un santo Padre.
Esempio: E Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 282: Poichè ebbe commesso il peccato, ritornando nel suo cuore,... piagneva amaramente.
Esempio: E Cavalc. Med. Cuor. 176: Quando ci udiamo vituperare e detrarre, dobbiamo sempre tornare al cuore; e se troviamo che sia così come si dice, molto ce ne dobbiamo dolere.
Esempio: S. Bern. Cosc. 78: Inspirandomi tu, ho apparato di ritornare al cuore mio e conoscere me medesimo.
Esempio: S. Grisost. Opusc. 135: Ritorniamo, priegoti, al cuore, frate carissimo, ritorniamo, e 'l nostro Signore Gesù Cristo.... richieggiamo.
Esempio: Medit. Pov. 53: Adunque, o prevaricatori della legge divina,... tornate al cuor vostro, e considerate quello che promesso avete; però che non è perfezione nella abundanzia della roba.
Definiz: § CLXXVII. Trarsi il cuore per darlo altrui. – V. il § LXXXI.
Definiz: § CLXXVIII. Tremare il cuore, vale Essere grandemente commosso da qualche vivo affetto, e più spesso dal sentimento della paura; Provare nell'animo gran commozione. –
Esempio: Dant. Rim. 107: Io veggio gli occhi vostri c'hanno pianto, E veggiovi venir sì sfigurate, Che 'l cor mi trema di vederne tanto.
Esempio: Petr. Rim. 2, 121: Talor mi trema 'l cor d'un dolce gelo, Udendo lei, per ch'io mi discoloro, Dirmi: amico, or t'am'io ed or t'onoro.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 115: Frattanto il reo l'universal minaccia Da un canto udiva, e gli tremava il core.
Definiz: § CLXXIX. Uscire chicchessia o checchessia dal cuore, vale Non avervi più il pensiero nè l'affetto, Scordarsene del tutto. –
Esempio: Cecch. Masch. 1, 5: Che la Livia possa uscirmi Di grazia, anzi di mezzo al cor, non mai.
Definiz: § CLXXX. Uscire una cosa del cuore, vale Rincrescerci essa grandemente; ed è maniera che usasi quando perdiamo cosa a noi cara, o ottiene altri cosa da noi bramata; che anche dicesi Uscir degli occhi.
Definiz: § CLXXXI. Venir cuore, si disse per Crescere l'ardire, Farsi più ardito. –
Crusc. Vocab. III.
Definiz: § CLXXXII. Venire checchessia, o il far checchessia, dal cuore, o, come anche trovasi, da cuore, vale Essere quel dato sentimento o atto spontaneo e cordiale; Dire noi, o Fare, quella data cosa con affetto sincero, spontaneamente e volentieri, con sodisfazione dell'animo, e simili. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 287: Nessuna cosa è che tanto vaglia all'anima, quando è detta [l'orazione] per forma, che vegna dal cuore.
Esempio: Lett. Pros. Fior. IV, 1, 29: La ringrazio con poche parole, ma che vengono dal cuore.
Esempio: Grazz. Comm. 408: Non mi verrebbe mai da cuore mangiare in questo abito.
Esempio: Bentiv. G. Lett. 84: A gli amici V. S. dispensi in mio nome mille baciamani, che mi vengon dal cuore.
Definiz: § CLXXXIII. Venire in cuore, di far checchessia o Cadere in cuore, di far checchessia, vale Venire in mente, in pensiero, di farlo; che più comunemente dicesi Venire in animo o Cadere in animo. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 6, 90: Di venirmi a trovar gli cadde in core.
Definiz: § CLXXXIV. Ciò che l'occhio non vede, il cuor non crede. Proverbio di chiaro significato. –
Esempio: Fag. Comm. 8, 11: Oh padron mio, a fare innamorare e a fare aborrire, nè anche la pittura ebbe tanta possanza: nondimeno l'amore in specie, più dell'odio, può aver l'ingresso ne' cuori più per gli occhi che per gli orecchi. F. Voi dite il vero: oculi sunt in amore duces. L. E si suol dir per proverbio: ciò che l'occhio non vede, il cuor non crede.
Definiz: § CLXXXV. Il cuore non invecchia: dicesi proverbialmente a significare, che nell'uomo anche vecchio non vengon meno gli affetti, e ch'egli può tuttavia cedere alla passione d'amore.
Definiz: § CLXXXVI. Lontan dagli occhi, lontan dal cuore. Proverbio che significa: La lontananza per ordinario raffredda l'amore e l'amicizia. –
Esempio: Magal. Lett. 118: Dice il proverbio: lontan dagli occhi, lontan dal cuore. Così successe martedì passato alla vostra lettera e a' vostri guanti ec.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 2, 74: Tra gli uomini da bene non ha luogo il proverbio, Lontan dagli occhi, lontan dal cuore.
Esempio: E Salvin. Annot. Cas. 262: Quantum oculis, animo, tam procul abit amor. Noi: Lontan dagli occhi, lontan dal cuore.
Esempio: Fag. Comm. 4, 202: Così credo; e poi come non mi vedrà, si quieterà: lontan dagli occhi, lontan dal cuore. T. Signora sì; la lontananza ogni gran piaga salda.
Definiz: § CLXXXVII. Occhio non vede, e cor non s'arrabatta. –
V. Arrabattare, §.